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1 Napoli città nobilissima, antica e fedelissima, esposta agli occhi et ...

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Conc<strong>et</strong>ta, di Carlo Mellini d<strong>et</strong>to il Lorenese, di cui anche l’Annunciata della sacristia; nella stanza del<br />

comunicatorio vi sono quadri di eccellenti pittori.<br />

Hanno molte insigni reliquie, cioè parte della testa di san Bartolomeo apostolo; il braccio di sant’Andrea<br />

apostolo. Ha la chiesa superbissimi apparati per gli altari e per le messe, con galanterie d’argenti, s<strong>et</strong>e ed altro.<br />

A lato di d<strong>et</strong>ta chiesa v’è una chiesiuola o cappella, d<strong>et</strong>ta Santa Maria a Cellaro, corrotto dal volgo da<br />

Ancillarum, essendovisi racchiuse le damigelle della Regina, serventi, essen[372]dosi ella ritirata nel monisterio<br />

grande.<br />

Poco lontana è la chiesa o cappella di San Nicolò, fondata da Errico Barat, clerico in tempo di Carlo I,<br />

come dall’iscrizione.<br />

Discendendosi per li vicoli o del Gigante o del Piscopio, alla strada d<strong>et</strong>ta del Sole, cioè quella che va<br />

alla Vicaria, alla porta picciola di San Lorenzo, fatta dalla famiglia Pignone; chiamasi d<strong>et</strong>to vicolo, del Gigante,<br />

per una statua di marmo che v’era; attaccato ad un altro vicolo d<strong>et</strong>to de’ Pan<strong>et</strong>tieri, v’è il conservatorio de’<br />

Poveri di Giesù Cristo, fondato da un terziario di san Francesco, d<strong>et</strong>to Marcello Foscararo, con l’elemosine per<br />

li pover<strong>et</strong>ti dispersi nella carestia del 1589. Vestivano i ragazzi di bigio, e poi, per ordine del cardinal<br />

Caracciolo, mutarono l’abito in rosso, con mantello torchino, come si dice che vestiva Nostro Signore Giesù; vi<br />

s’insegnano l<strong>et</strong>tere umane e musica, e la chiesa è d<strong>et</strong>ta Santa Maria a Colonna; si va ingrandendo con<br />

l’elemosine, cura ed assistenza di monsignor Cotignola, vescovo d’Ischia.<br />

Avanti v’è una piazza, ed al [373] prosp<strong>et</strong>to la bellissima e ricchissima chiesa de’ padri dell’Oratorio di<br />

san Filippo Neri. È questa una delle più celebri ed insigni ch’habbia non solo <strong>Napoli</strong>, ma sto per dire l’Italia per<br />

ogni verso. Fu fondata dal padre Taruggi, poi cardinale, ed altri padri dell’Oratorio, qua chiamati. E<br />

cominciando dalla facciata, questa si sta terminando, essendone fatta la maggior parte di marmi bianchi e<br />

pardigli, col disegno ed assistenza del d<strong>et</strong>to Dionisio Lazzari; è dedicata la chiesa alla Nascita della Beata<br />

Vergine, e fu consecrata da due cardinali, de’ quali ne appajono le memorie in marmi.<br />

Su la porta, al di dentro, v’è un quadro a fresco col Signore che discaccia dal Tempio gli ebrei<br />

facendoni. Una dall’opere miracolose che sono uscite dal pennello del Giordano.<br />

La chiesa è divisa in tre navi, col disegno di Dionisio di Bartolomeo, sostenuta di colonne di granito<br />

venute dall’Isola del Giglio.<br />

L’altare maggiore è tutto composto di pi<strong>et</strong>re preziose, come anche è la cona, che si va terminando, tutta<br />

[374] di pi<strong>et</strong>re rare e pellegrine, con le colonne di finissimi marmi, cornicioni ed ornamenti di rame dorato, che<br />

forse simile non si può trovare nel mondo.<br />

Tutta la soffitta della croce e della nave maggiore, e la cupola, sono poste ad oro, e con tanto profluvio<br />

che sembra tutta una massa, essendo la d<strong>et</strong>ta cupola disegno del Lazzari. Molte statue che vi sono, di stucco,<br />

anche dorate, sono di Nicolò Fumo e Lorenzo Vaccari; le due statue collocate su la volta maggiore, dinotanti le<br />

Chiese, Militante e Trionfante, sono del Fogli<strong>et</strong>ti, francese; così sono posti ad oro tutti li cupolini delle cappelle.<br />

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