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1 Napoli città nobilissima, antica e fedelissima, esposta agli occhi et ...

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chiesa, er<strong>et</strong>ta dalla devozione delle genti di galea officiali, d<strong>et</strong>ta Santa Maria del Remedio, ove è una statua di<br />

legno di Sant’Agata che si riscattò da’ mori, essendo l’insegna d’una galea presa da quei barbari; è picciola, ma<br />

vagamente abbellita di pitture e stucchi; nel fine di esso s’inalza la Torre della Linterna, d<strong>et</strong>ta d<strong>agli</strong> antichi Paro,<br />

di mattoni, opera ben intesa, dicono fatta col disegno ed [71] assistenza d’un condennato al remo, che n’ebbe in<br />

premio la libertà, benché il Celano dica da Pi<strong>et</strong>ro di Maria regio ingegniero (forse fu il medesimo condennato).<br />

Vi era una fontana con quattro statue di fiumi, d<strong>et</strong>ti volgarmente i Quattro del Molo, dall’Aragona trasmessi in<br />

sua casa a Madrid. Termina il d<strong>et</strong>to molo in un fortino, chiamato il Bastione di San Gennaro per una statua di<br />

mano del santo, ove fece una trinciera, inclusavi la Linterna con palizzate, il Marchese del Carpio viceré, per<br />

porre i cannoni in tempo di sosp<strong>et</strong>to de’ nemici; nel mezo del d<strong>et</strong>to molo vi è una cappella con due balconi alle<br />

facciate, ove si solea celebrar messa per l’armate navali, o nel porto o fuori.<br />

Il largo avanti del Castello, fatto con buttar a terra diverse case e con adeguare la terra cavata da’ fossi, è<br />

abbellito da diverse fontane.<br />

V’è quella de’ Cavalli Marini, fatta dal Conte d’Ognatte; un’altra d’una conca con un puttino, avanti la<br />

chiesa di Monserrato, fatta dalla <strong>città</strong>; tre altre vicine al fosso del Ca[72]stello: una d<strong>et</strong>ta Gusmana, fatta dal<br />

Conte d’Olivares, che butta acqua da tre mascheroni, un leone e due draghi, che fanno l’armi del Re nostro<br />

signore; un’altra d<strong>et</strong>ta di Venere, dalla quale fu tolta una statua d<strong>et</strong>ta falsa deità, bellissima, di Girolamo Santa<br />

Croce, e postavi un mal fatta copia; ed è un’altra, d<strong>et</strong>ta degli Specchi, che con molti giuochi d’acqua fa quattro<br />

scalinate a guisa di specchi; e vi è poi, nel principio della Strada dell’Incoronata, la Fontana di Medina,<br />

adornata di leoni, armi e statue; è ricca d’acqua con un N<strong>et</strong>tuno sopra d’una conca sostenuta da satiri, che butta<br />

acqua dal tridente, opera molto ben intesa e fatta fin dal tempo del Conte d’Olivares e portata da diversi viceré<br />

in varj luoghi, cioè Arsenale, spiaggia e Palagio; alla fine col disegno del cavalier Cosmo Fanzago, che vi fece<br />

gli ornamenti esteriori ed i leoni, ingrandendola, posta d’ordine del Duca di Medina las Torres ove oggi si vede.<br />

Le chiese intorno al Palagio Regio sono: quella di San Luigi, da una picciola chiesa dedicata al d<strong>et</strong>to<br />

[73] santo; ottenne questo luogo il glorioso san Francesco di Paola da Ferdinando I, essendo un luogo disabitato<br />

ed imboschito, ma con prof<strong>et</strong>ico spirito conosciuto dal santo, che dovea esser presso la Regia della <strong>città</strong>, ivi<br />

fece egli molti miracoli; oggi ha il nome di San Luigi de’ padri minimi, è una delle belle chiese di <strong>Napoli</strong>,<br />

abbellita ed ornata con marmi e con quadroni nella nave, del pennello di fra Giacomo Farelli, cavaliere<br />

gerosolimitano. La cupula, triangoli e cappelle di San Francesco, di Francesco di Maria; cappellone di Luca<br />

Giordano, famosissimo dipintore de’ nostri secoli, con due quadroni, al fianco del coro, di Paolo de Matteis,<br />

giovane virtuosissimo che si va facendo strada alla gloria con diverse opere del suo pennello in più luoghi<br />

cospicui, come dirassi.<br />

L’altar maggiore è composto di preziosi marmi, particolarmente 20 il ciborio con colonne di lapislazzuli<br />

ed altre gioie, fra le quali ammirabile è un’agata dove si ritrovò, segandosi per lavorarsi, l’imagine di [74] San<br />

20 Editio princeps: particalarmente.<br />

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