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1 Napoli città nobilissima, antica e fedelissima, esposta agli occhi et ...

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la casa degli Ogliati; vi è la confraternità di San Luigi della Stella; più sopra, uscendo alla Strada di Santa<br />

Chiara, dove si dice il Pallon<strong>et</strong>to, vi è un conservatorio di pentite o mal maritate; qui appresso è Santa Caterina<br />

d<strong>et</strong>ta de’ Celani, e così era d<strong>et</strong>to il vicolo; più avanti, nel volersi discender, la confraternità di San Martino,<br />

d<strong>et</strong>to Martinello; appresso – e qui era la Porta Ventosa o Licinia, vedendosi due piedistalli di marmo – è la<br />

chiesa parr<strong>occhi</strong>ale d<strong>et</strong>ta la Rotonda; era già antico Tempio di Cerere, ove si sacrificava un porco, e vi si<br />

ve[177]dono anche un tripode di marmo ed un vaso d’acqua lustrale; vi è anche una sede vescovale di marmo.<br />

I marmi coll’iscrizione “Posthumius Lampadius” <strong>et</strong>c., si stimano o del tempio o della porta; per la strada<br />

grande vi sono diversi palagi, fra’ quali quello de’ prencipi della Roccella Carafa.<br />

Tornando all’ottina di Nido, trovasi San Michele de’ Brancacci; qui vogliono che, a tempo di Federico,<br />

in un luogo d<strong>et</strong>to lo Scogliuso, fussero le scuole, perciò così d<strong>et</strong>to. Fu la chiesa fondata col titolo<br />

dell’Arcangelo dal cardinal Rinaldo Brancaccio, e vi fondò l’ospedale; il suo sepolcro, presso l’altar maggiore a<br />

man stanca, è del Donatello. Il cardinal Francesco Maria Brancacci vi costituì per legato una famosa libraria<br />

publica, che da Stefano cardinale e da don Emanuele, vescovo d’Ariano, e Francesco Giovanni Battista,<br />

ammir<strong>agli</strong>o di Malta, de’ quali ve 142 n’è una bella memoria in marmo con i loro ritratti ed iscrizione, fu<br />

eseguito; la memoria è fatta da Bartolomeo e Pi<strong>et</strong>ro Gh<strong>et</strong>ti; la [178] d<strong>et</strong>ta libreria è in un bel vaso, con armarj di<br />

noce e cipresso, e vi si veggono da dieci mila e più volumi, oltre la quantità di eruditi manoscritti, e vien<br />

governata da fra don Sisto Cocco Palmerii, dell’abito gerosolimitano, fratello del Vescovo di Malta, come<br />

primo bibliotecario, e due altri sacerdoti, con altr<strong>et</strong>anti che porgono i libri alla quantità de’ virtuosi che<br />

concorrono a godere di tal publico beneficio, singolare in questa <strong>città</strong> di <strong>Napoli</strong>. La tavola dell’altar maggiore,<br />

dell’Arcangelo nel Gargano, è di Marco da Siena. Nella Cappella del Santissimo dicono vi sia il corpo di santa<br />

Candida Giuniore, o seconda, qua transferito da Sant’Andrea ove è l’urna, ma non si sa il luogo. Vi è ancora, in<br />

questa chiesa di Sant’Angelo, a parte, memoria di fra Lelio Brancaccio.<br />

Passata d<strong>et</strong>ta chiesa è il Sedile di Nido, che fa per impresa il cavallo sfrenato, e vien d<strong>et</strong>to di Nido o di<br />

Nilo, o per una statua del fiume Nilo ritrovata senza testa, o pure d<strong>et</strong>ta di Nido per l’abitazione degli studenti,<br />

dicendo alcuni la statua [179] non esser di fiume ma di donna, vedendovisi alcuni bambini attorno; la cupola<br />

del seggio è disegno di Sigismondo di Giovanni; l’Entrada di Carlo V dipinta dal Bellisario; gli ornamenti di<br />

Luigi Siciliano, che, per esser stati migliori della pittura del Bellisario, ne nacque la sua rovina; la Fama ed i<br />

putti, nel mezo della cupola, di Francesco di Maria; di rimp<strong>et</strong>to èvvi la chiesa di Santa Maria de’ Pignatelli,<br />

fondata da una famiglia della mentovata piazza di Nido. Or, per andar descrivendo la parte superiore di d<strong>et</strong>ta<br />

ottina di Nido, ritornaremo alla Strada di Toledo, dove lasciammo il primo quartiero dello Spirito Santo, per<br />

andar dritto alla strada che divide <strong>Napoli</strong> per mezo e che prende diversi nomi, o da chiese, o da seggi, o da<br />

altro; si vede, doppo il Palagio del Duca di Maddaloni, quello di Cantalupe, con un gran giardino ed una quercia<br />

che sparge in fuori e dà il nome alla Strada della Quercia; siegue una piazza avanti del Giesù, ove sono i palagi<br />

de’ duchi di Cagnano Vargas, de’ marchesi Longhi di Genna[180]ro; sopra il maestoso Palagio de’ Prencipi di<br />

142 Editio princeps: qualive.<br />

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