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1 Napoli città nobilissima, antica e fedelissima, esposta agli occhi et ...

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da un’altra cannonata della <strong>città</strong>; ivi sospesa è d<strong>et</strong>ta palla, che non tolse altro che la corona di spine all’imagine;<br />

sopra di essa vi è dipinto il Dio Padre, del Giordani.<br />

Dalla parte dell’Evangelio vi è la cappella con il quadro del Matteis; e vicina la Cappella del Crocefisso,<br />

la cui imagine portata da’ divoti l’Anno Santo in Roma, riportata alla parr<strong>occhi</strong>a, sempre miracolosamente si<br />

ritrovò nella chiesa, anzi riportata di nuovo si vide partire luminosa a vista di tutti, e ritornare al suo luo[251]go;<br />

la cappella, con quella dirimp<strong>et</strong>to, è dipinta a fresco con le volte, dal Solimena; l’<strong>antica</strong> soffitta era dipinta dal<br />

Curia e dal Balducci, de’ quali le tele si conservano nel convento, conciosiaché, percossa da un fulmine, fu<br />

rifatta dal cardinal Filamarino tutta in oro e fiori, con la statua della Vergine di Giovanni Conte d<strong>et</strong>to il Nano,<br />

con la spesa di 12 mila scudi.<br />

Le dipinture degli archi con la Vita di Cristo sono opera mirabile di Luigi Siciliano, ritoccate malamente<br />

da un moderno; la sacristia è del Balducci, e vi si conservano molte reliquie, fra’ quali un pezzo del legno della<br />

Croce lasciatole da monsù Lautrecco, con le sue autentiche. Ha molti doni d’oro e d’argento, come una corona<br />

d’oro tempestata di diamanti; un calice d’oro ricco di gemme; molte lampadi, fra’ quali una d’oro datole dal<br />

cardinal Filamarino, ed una d’argento del Marchese del Carpio, votiva, per la fattura della nuova mon<strong>et</strong>a,<br />

convertito il regalo fattoli da’ massari di Foggia per l’estirpazione de’ banditi, in questo dono; ha quantità di<br />

candelieri, vasi, torcie[252]ri d’argento e ricchissimi apparati.<br />

I chiostri sono bellissimi; il primo con fontana e la Vita di sant’Elia dipinta dal Balducci, ed altri Santi<br />

dell’ordine. Il maggior dormitorio, col prosp<strong>et</strong>to al mare molto ampio e bello, era il convento più grande,<br />

havendo la larghezza sopra i torrioni della <strong>città</strong>, ma perché ne’ tumulti del passato ’46 furono occupati dal<br />

popolo, dal quale s’offendea col cannone l’armata navale nel molo, fu convertito in castello, e vi alloggiavano<br />

frati e soldati assieme; poi per opra del padre maestro Tinto, contribuendoci il convento 3000 scudi, a tempo del<br />

Conte di Pignoranda si fece la divisione restando il torrione con le cortine <strong>agli</strong> spaguoli, ed il convento in mezo,<br />

a’ frati; il suo campanile è una delle belle machine per l’archit<strong>et</strong>tura ed altezza, cominciato col disegno del<br />

Conforto, e terminato da fra Giuseppe Nuvolo. A sinistra della Piazza d’Armi v’è un oratorio della Vergine del<br />

Carmine, che corrisponde al chiostro, ov’è una tavola della Presentazione de’ Magi, con [253] ritratti di<br />

Ferdinando ed Alfonso.<br />

Siegue la parr<strong>occhi</strong>a di Santa Caterina, fondata da’ pell<strong>et</strong>tari o coriarj, datale la cura dal cardinal<br />

Gesualdo.<br />

Uscendosi al mare, vi si vedono le mur<strong>agli</strong>e antiche rose dal tempo e dall’ambiente del mare, con le<br />

porte della <strong>città</strong> anche rovinate, come dal principio si disse.<br />

E qui terminando nella parte del Carmine l’ottina del Mercato, diremo del borgo di Lor<strong>et</strong>o che va<br />

annesso a questo quartiero, uscendo fuori la d<strong>et</strong>ta porta, che viene custodita dalla guardia di soldati spagnuoli.<br />

Del borgo di Lor<strong>et</strong>o e Porta Nolana.<br />

Appena usciti dalla porta si vedono alcuni molini raggirati dall’acque d<strong>et</strong>te de’ Carmignani.<br />

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