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1 Napoli città nobilissima, antica e fedelissima, esposta agli occhi et ...

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TAVOLA [III]: “Veduta di Castel Novo. All’illustrissimo signor mastro di campo don Antonio Santa Crux, governadore del medesimo<br />

Castel Nuovo”.<br />

Passate le prime fortificazioni, fra due torri vi è un arco trionfale per l’entrata di Alfonso, il quale era<br />

destinato per altro luogo, ma perché dovea buttarsi a terra il palagio d’un [64] cavaliero benemerito del re,<br />

ch’era Cola Maria Bozzuti, egli nol permise e lo fece qui situare, ove poco si gode per l’angustia del luogo; fu<br />

opera del cavalier Pi<strong>et</strong>ro Martino milanese, benché il Vasari lo pone in dubbio; è tutto di marmo, con statue e<br />

cavalli bellissimi benché guasti dal tempo; s’entra poi per una porta di bronzo di basso rilievo, con i fatti di<br />

Ferdinando re aragonese ed alcuni versi latini, opera di Guglielmo Monaco, e vi si vede arrestata una palla di<br />

cannone. Vi è poco appresso una divota cappella di Santa Maria del Parto; si vede poi un cortile o piazz<strong>et</strong>ta<br />

d’armi, e poscia, per una scala si sale all’Armeria, stimata per l’archit<strong>et</strong>tura della sala, dove si possono armare<br />

50 mila soldati; a piè della scala vi è una statua di Nerone, che i semplici dicono d’un soldato che difese quella<br />

scala; vicino alla porta vi erano due statue, tolte via, e vi si vedono in marmo di basso rilievo l’imagini di<br />

Trajano ed Adriano, imperadori spagnuoli; vicino alla d<strong>et</strong>ta Armeria vi è la chiesa di Santa Barbara e, sopra la<br />

facciata, in una nic[65]chia, una statua di bronzo, stimata dello stesso Nerone, con una sfera d’orologio con le<br />

figure de’ s<strong>et</strong>te pian<strong>et</strong>i; la chiesa, consecrata all’Assunta, è nuovamente abbellita e dipinta, non già come dice il<br />

Celano da Pi<strong>et</strong>ro del Po, ma da Andrea, di quello figliastro; la porta, fabricata alla corintia, dimostra nelle basi i<br />

ritratti di Giuliano da Majano e della figliuola, di cui sono li sud<strong>et</strong>ti bassi rilievi. Èvvi un quadro della<br />

Presentazione de’ Maggi, due de’ quali hanno l’imagini d’Alfonso I e Ferdinando, e si dice che sia la prima<br />

tavola dipinta ad oglio di Giovanni da Bruggia inviata ad Alfonso, come dice il Vasari, benché altri vogliono sia<br />

la Presentazione che sta a Mergellina. Il coro è lavorato stravagantemente di noce, e di<strong>et</strong>ro di esso v’è una scala<br />

maravigliosa a chiocciola di 155 gradini, di molto artificio, che va sopra la torre; nella sacristia vi è una imagine<br />

della Vergine, di marmo, fatta con molta polizia, stimata dello stesso Maiano. Vi è una confraternita delle genti<br />

del castello <strong>et</strong> hanno una reliquia di santa Barbara, ed altre.<br />

[66] Nella d<strong>et</strong>ta sala grande, maravigliosa per l’archit<strong>et</strong>tura del Pisano, ove si ode ciò che bassamente si<br />

pronuncia nell’altro cantone, dicono qui rinunciasse il papato san Pi<strong>et</strong>ro Celestino; ha servito per festini e per<br />

carceri del Conte di Sarno e P<strong>et</strong>ruccio, nella Congiura de’ Baroni; oggi come si è d<strong>et</strong>to Armeria. Ha il castello<br />

diversi appartati, in uno de’ quali è ridotta in cappella una stanza dove si dice che san Francesco di Paola<br />

havesse fatto il miracolo di far uscir sangue dalle mon<strong>et</strong>e; è guarnito il castello di monizioni ed arteglierie, con<br />

pezzi maravigliosi, e fra gli altri alcuni tolti da Carlo V al Duca di Sassonia, con in essi l’imagine di quel duca,<br />

ed uno di 7 cantara, che porta 120 libre di palla; sembra questo castello una <strong>città</strong> per la popolazione, e vi si entra<br />

per due ponti di legno, uno verso il Palagio e l’altro verso tramontana; e nel maschio di dentro, per un ponte di<br />

pi<strong>et</strong>ra. In due loggie, per ordine di Carlo V, una schiera di musici di fiato salutano la mattina da parte di<br />

tramontana e la sera dall’occidente il re e la <strong>città</strong>.<br />

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