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1 Napoli città nobilissima, antica e fedelissima, esposta agli occhi et ...

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Nel cortile del convento eravi l’Università degli Studj, istituita da Federico II, ove già lesse san Tomaso<br />

d’Aquino, con lo stipendio di Carlo I, ed in memoria di ciò, dov’era la sua catedra, vi è una iscrizzione; tolti gli<br />

studj, furono trasferiti alla Porta di Costantinopoli, come dirassi.<br />

La porta della chiesa è di marmi antichi, fatta da Bartolomeo di Capua conte d’Altavilla, e rinovata da<br />

Vincenzo principe della Riccia, con porvi la statua di San Tomaso d’Aquino coll’iscrizzione.<br />

A lato han trasportato un epigramma in marmo, che prima era nel coro, poi nella cisterna, che ha fatto<br />

impazzir mezo mondo per interpr<strong>et</strong>arlo, contenendo un misto di gentilesmo e cristianesmo, che per curiosità de’<br />

forastieri qui si porta:<br />

[193] Nimbifer ille Deo mihi Sacrum invidit Osirim<br />

Imbre tulit Mundi corpora mersa fr<strong>et</strong>o<br />

Invida dira minus patimur, fusamque sub Axe<br />

Progeniem caveas trojugenamq. trucem<br />

Voce precor superas auras, & lumina Cœlo<br />

Crimine deposito posse parare viam<br />

Sol veluti jaculis Itrum radiãtibus undas<br />

Si pen<strong>et</strong>rat gelidas, ignibus ar<strong>et</strong> aquas.<br />

Conserva il convento, tra le molte reliquie, un braccio di san Tomaso d’Aquino; la sua cella convertita<br />

in cappella, ove si venera un suo 154 libro manoscritto, sopra san Dionisio, De cœlesti hierarchia; v’è sepellito,<br />

con molti argenti e reliquie, il corpo del beato Guido Marramaldo, ma s’ignora il luogo. Vi sono molti padri<br />

venerabili sepolti, e morti con opinione di santità, come sono il padre Andrea Auria di San Severino, il padre<br />

Giuseppe Conti da Bagnuli, ed altri.<br />

Il convento si va sempre più [194] ampliando ed abbellendo con scalinate e dormitorii, e v’è una famosa<br />

libreria e due ref<strong>et</strong>tori dipinti da Nicolò de’ Rossi, benché habbiano patito nel passato terremoto. Nella sacristia<br />

sud<strong>et</strong>ta vi sono apparati ed argenti di gran valore, con una statua d’argento della Vergine del Rosario e busto di<br />

Pio V, candelieri, vasi, palliotti ed altre cose ricchissime. Ha due congregazioni, una d<strong>et</strong>ta del Rosario, l’altra<br />

della Novena, che si celebra da’ nobili nel Natale con molta sollennità.<br />

Salendo da San Domenico alla strada che guida alla Vicaria, si vede la chiesa e monistero di gentildonne<br />

napolitane della Croce di Lucca, fondato da Andrea Ibarra e Cremona Spinelli, essendo questa una delle<br />

monache; vivono sotto la regola del Carmelo, e, riabellito, si va tutta via più abbellendo col disegno del<br />

Picchiatti. La chiesa, con marmi, stucchi e d’oro, fatta a spese del principe di Cellamare Giudice, che vi rinserrò<br />

le figliuole, è ricca d’apparati.<br />

154 Editio princeps: suol.<br />

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