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1 Napoli città nobilissima, antica e fedelissima, esposta agli occhi et ...

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Avanti Santa Restituta, essendo cattedrale, 205 vi era un gran cavallo, che diceano i superstiziosi fatto per<br />

opra magica e sanar i cavalli dall’infermità; disfatto perciò da un pio arci[402]vescovo, e del suo corpo fattone<br />

una campana per la chiesa m<strong>et</strong>ropolitana, trasportato il capo al Palazzo de’ Carrafa a Nido.<br />

Attaccato all’Arcivescovato v’è un famoso palazzo fattosi dal cardinal Filamarino con ogni<br />

magnificenza, allargandovi la strada e facendovi avanti la piazza, e riducendolo all’uso romano; ha in esso il<br />

luogo per il suo tribunale e stanza per vicario e Santo Officio, con le carceri; vicino alla quale, tram<strong>et</strong>tendovisi<br />

una strad<strong>et</strong>ta, v’è il Seminario del d<strong>et</strong>to arcivescovato, istruendovisi gli alunni in diverse scienze e bontà di<br />

costumi; ed in d<strong>et</strong>ta strad<strong>et</strong>te v’è la congregazione de’ Catecumeni; siamo stati un po’ lunghi nella descrizione<br />

del d<strong>et</strong>to Arcivescovato per le molte cose che in esso si racchiudono. Non tralasciando di dire che gli ornamenti<br />

non meno vaghi che ricchi, della tribuna dell’altar maggiore, furono fatti cominciare dal medesimo cardinal<br />

Pignatelli, quale fece poscia perfezionarli allor che fu creato pontefice. Ora ci resta a dire<br />

[403] Del gran borgo delle Vergini, che contiene quello della Montagnola, Sanità, Stella, fuori la<br />

Porta di Costantinopoli, Sant’Effrem, Cesarea, Limpiano, e fuori Porta Reale e Medina.<br />

§ XXI. Più <strong>città</strong>, non che una saria bastante a formare quest’ultimo e gran borgo, che circonda quasi<br />

tutte le mur<strong>agli</strong>e di <strong>Napoli</strong>, distendendosi in colline, piani e valli. E per principiare da Santa Maria degli Angeli<br />

de’ reformati francescani, ove lasciassimo il borgo di Sant’Antonio, vedremo, nella Montagnola, la chiesa e<br />

monistero di Santa Maria della Providenza, già d<strong>et</strong>ta de’ Miracoli, che anche ne tiene il nome. Questa chiesa fu<br />

posseduta da’ padri conventuali riformati di Santa Lucia del Monte, qual’ordine estinto, decaduta alla Sede<br />

Apostolica, fu, in esecuzione del testamento del regente di Cancellaria Giovan Camillo Cacace, da’ governatori<br />

della Misericordia comprata, e fondatovi un monastero, sotto la dire[404]zione di suor Maria Agnese<br />

Caracciola, suor Anna Fortunata Bologna e d’una conversa, con la str<strong>et</strong>ta regola di san Francesco che s’osserva<br />

nella Trinità, donde uscirono. Col disegno di Francesco Picchiatti si fece la casa con due gran chiostri e tutte le<br />

commodità imaginabili, grandenza e delizie concesse a donzelle che vi si sepeliscono per sempre.<br />

La chiesa tutta, che non corrisponde al monistero in grandezza, è molta polita e ricca; di marmi mischi<br />

sono l’altar maggiore ed i due cappelloni, disegni del Vinaccia ed opera de’ Gh<strong>et</strong>ti carraresi; il pavimento di<br />

marmi; bellissimi vasi int<strong>agli</strong>ati in marmi, per l’acqua bened<strong>et</strong>ta; organi fatti da Andrea Basso, ornati e posti in<br />

oro.<br />

Il quadro dell’altare, con baldacchino di rame indorato, con li ritratti del Regente, madre e zio, Giuseppe<br />

di Caro, fu dipinto da Andrea Vaccaro; la Concezzione d’uno de’ cappelloni, del Giordano; dell’altro, del<br />

Malenconico, di cui son l’altre tele; quello della Cappella del Crocefisso, del Solimena, conservandosi [405] in<br />

questa l’<strong>antica</strong> imagine della Madonna de’ Miracoli, che diede titolo alla chiesa. Ha per tutti gli altari gran<br />

quantità d’argento, con due putti anche d’argento e torcieri del Vinaccia, con apparati per le messe, di valore, e<br />

205 Editio princeps: catredale.<br />

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