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1 Napoli città nobilissima, antica e fedelissima, esposta agli occhi et ...

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Villa Rosa una tavola [234] del Criscolo, o del Salerno; nella cappella di quegli della terra d’Airola, la Beata<br />

Vergine, del Turco; il pergamo molto stimato, e molte memorie sepolcrali, tolti via per la fabrica della nuova,<br />

come anche una bella porta gotica è distrutta; vi è la Cappella di San Luca, distrutta la chiesa, che haveano<br />

gl’indoratori e ricamatori, ed unita a Sant’Agostino, come da un marmo, e vi è una tela del Criscolo; vi sono<br />

sepelliti in beato Angelo de Furcis, l<strong>et</strong>tore dell’ordine; il beato Agostino Trionfi d’Ancona, discepolo di san<br />

Tommaso; e san Bonaventura, come dal suo epitaffio; vi si vedea fra gli altri sepolcri quello di Giovan Nicola,<br />

Giovanni Villa conte di Sant’Angelo e gran contestabile.<br />

Le reliquie sono: la testa di san Luca evangelista, datole dal re Carlo I; del sangue di san Nicolò<br />

Tolentino; un braccio di sant’Andrea; ed altro di san Giacomo; la testa di san Clemente; una mano ed un pezzo<br />

di braccio d’uno degl’Innocenti; ed altre. Vi è il convento magnifico con due chiostri, ed un famoso campanile.<br />

Nel primo chiostro, a sinistra [235] del d<strong>et</strong>to campanile, entrando vi si fa la piazza del Popolo, ove si<br />

congregano i capitani delle strade, ottine o rioni, e consultori, per far l’el<strong>et</strong>to o per altri affari; qua transferito<br />

conciosiaché li fu diroccato il seggio da Alfonso I, e restituite le prerogative da Carlo VIII.<br />

Alla porta picciola della chiesa èvvi la congregazione <strong>nobilissima</strong> della Croce, d<strong>et</strong>ta anche de’<br />

Disciplinanti, ridotta in miglior forma da Rinaldo cardinal Brancaccio; soccorrono, i confrati, i poveri debitori<br />

carcerati e li sepelliscono quando muojono nelle carceri, in quella chiesa che più loro piace, per privilegio<br />

antichissimo, né possono esservi ricusati, sotto pena d’interd<strong>et</strong>to; e frequentata da nobili fratelli di seggio o<br />

extra; e passano sotto rigoroso silenzio i loro esercizii spirituali.<br />

Avanti d<strong>et</strong>to convento vi è la Zecca delle mon<strong>et</strong>e; era quasi rovinata, e dal Marchese del Carpio viceré,<br />

con occasione di rifarsi la mon<strong>et</strong>a, rifatta con cappella ed iscrizion di marmi; vi si vedono i torchi e la fabrica<br />

continua della mon<strong>et</strong>a, con [236] diverse officine, suo tribunale ed archivio.<br />

Salendovi dritto per la Strada di Forcella, ch’è l’altra ottina, si trova Sant’Agrippino, d<strong>et</strong>to dal volgo<br />

Sant’Arpino, uno de’ santi vescovi napolitani; è officiata la chiesa da’ padri basiliani, che han picciol convento<br />

e professano anche la lingua greca; fu la chiesa edificata da 12 famiglie del seggio di Forcella, delle quali la<br />

Carmignana, Rossa e Musc<strong>et</strong>tola restate, l’altre estinte; unissi il d<strong>et</strong>to seggio e famiglie a quello di Montagna; si<br />

ha esser stata casa propria del santo, per tradizione; l’organo famoso è del Moro; qui dicono fusse sepolto il<br />

santo, altri dicono alle Catacombe di San Gennaro, ed indi all’Arcivescovato o Santa Restituta. In un cantone<br />

fuora di d<strong>et</strong>ta chiesa vi è la forca in un marmo, ed era il motto “ad Bene agendum”, che più non si vede;<br />

dirimp<strong>et</strong>to alla porta minore vi è la chiesa di Santa Maria a Piazza, antichissima parr<strong>occhi</strong>a ed abbadia, dicono<br />

fondata da Costantino e consacrata da san Silvestro papa, e dove vi havesse il santo Pontefice celebrato in un<br />

altare [237] presso il fonte battesimale, concedendoli molte indulgenze; e vi celebrò medesimamente Clemente<br />

IV papa, come appare da una iscrizzione; vi è anche una <strong>antica</strong> memoria di Bono, console e doce di <strong>Napoli</strong>.<br />

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