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1 Napoli città nobilissima, antica e fedelissima, esposta agli occhi et ...

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Del Carmine, per esser presso il convento della Vergine del Carmine.<br />

Sopra la maggior parte di esse porte, e di quella di Chiaja, per esser stata liberata la <strong>città</strong> dal contagio del<br />

1656 ad intercessione della Vergine Immaculata, san Gennaro, san Francesco Saverio e santa Rosalia vergine<br />

palermitana, vi furono alzati quadroni con l’imagini di d<strong>et</strong>ti santi con l’istoria del male, del famoso pennello del<br />

cavalier Mattias Pr<strong>et</strong>i gierosolimitano, d<strong>et</strong>to il Calabrese, a fresco dalla parte di fuora – alcuni de’ quali sono<br />

stati rovinati dal terremoto del 1688 –, e dalla parte di dentro vi si alzò dalla pi<strong>et</strong>à della <strong>città</strong> un simulacro con<br />

iscrizione in ren[25]dimento di grazie a san Ga<strong>et</strong>ano, che cooperò colla sua intercessione alla liberazione della<br />

<strong>città</strong> dal d<strong>et</strong>to male; come anche alla facciata di fuori vi si collocò ultimamente una statu<strong>et</strong>ta dell’arcangelo san<br />

Michele, dichiarato prot<strong>et</strong>tore di <strong>Napoli</strong> per li terremoti passati.<br />

Le mura dalla parte del mare, come che furon di pi<strong>et</strong>ra dolce ed antiche, sono state dall’ambiente del<br />

mare stesso rotte e rovinate, e le porte di esse sono: del Carmine, perché attaccata al convento; della Conciaria;<br />

di Santa Maria a Par<strong>et</strong>e, per una imagine di d<strong>et</strong>ta gloriosa Vergine; della Mandra, per lo macello; de’ Bottari, o<br />

Speron del Sale; di Mezzo; di Sant’Andrea d<strong>et</strong>to degli Scopari; della Pi<strong>et</strong>ra del Pesce; della Marina del Vino;<br />

del Caputo, per una famiglia ivi commorante; di Massa; del Molo Picciolo; d’Olivares, aperta dal Conte e<br />

viceré; dell’Oglio, d<strong>et</strong>ta <strong>antica</strong>mente de’ Greci; della Calce; de’ Pulci, forse anche per tal famiglia; e dalla parte<br />

di Chiaja una sola porta, così d<strong>et</strong>ta, transferita qui, come [26] si è d<strong>et</strong>to, la P<strong>et</strong>ruccia dalla Nova; che in tutto<br />

fanno 26. Bensì le d<strong>et</strong>te porte per grandezza della <strong>città</strong> stanno sempre aperte, e si suol dire “in <strong>Napoli</strong> non entrar<br />

per le porte, ed entra per dove vuoi”. Onde, in tempi di sosp<strong>et</strong>to, per custodirla e di mestiere cingerla di castelli 9<br />

ne’ borghi; un’altra porticella vi era alla radice di San Martino, presso il monistero della Trinità, affatto<br />

diroccata.<br />

Le sue ampliazioni sono state molte, e lasciando l’antiche fatte da Augusto, che fece di due <strong>città</strong> una e<br />

rifece le mura, della quale si ritrova menzione in un epitaffio ritrovato sotto i fondamenti di San Giacomo<br />

degl’Italiani.<br />

Quella d’Adriano nel 130, nella quale vuol Pontano che si adeguassero molte valli; quella di Costantino<br />

nel 308; quella del 540, che fu più tosto redificazione, havendola distrutta al piano Bellisario, e doppo a’<br />

comandi di Silverio papa rifatta e riabitata, fu ampliata molte volte sotto l’impero greco.<br />

Sotto i Normanni il primo che l’ampliò fu Guglielmo Primo d<strong>et</strong>to [27] il Malo, nel 1180. Corrado nel<br />

1252, havendola presa, ne smantellò le mura, ed Innocenzo IV pontefice nel 1254 rifece le mura ed ampliolle.<br />

Carlo Primo d’Angiò, diroccato il Castello di Sant’Agostino, fondò il Castel Nuovo, dov’era un<br />

monistero di zoccolanti che transferì ove è Santa Maria della Nova. Nel 1270 Carlo II transportò le porte<br />

Ventosa e P<strong>et</strong>ruccia, e quella del Pendino; ne aprì una alla marina; transportò la Capuana; circondò la <strong>città</strong> di<br />

mura; edificò il Castello di Sant’Elmo, le chiese di San Pi<strong>et</strong>ro Martire e San Domenico; esseno stata la più bella<br />

ampliazione nel 1300.<br />

9 Editio princeps: rastelli.<br />

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