1 Napoli città nobilissima, antica e fedelissima, esposta agli occhi et ...
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Vicino è il monistero di San Ligoro, così d<strong>et</strong>to volgarmente San Gregorio Armeno; si dice fu fondato da<br />
donne greche a tempo di Costantino; fu rifatto il presente monistero con disegno di Vincenzo della Monaca, e<br />
col modello di Giovan Battista Cavagni er<strong>et</strong>ta la chiesa. S’unì, con d<strong>et</strong>to monistero, quello di San Giovanni a<br />
Bajano, da cui hebbero il sangue di san Giovanni Battista, e stavano presso la chiesa di San Lorenzo, ov’era il<br />
corpo di san Gregorio Armeno, la di cui testa cambiarono, le monache co’ i frati, con reliquie di san Lorenzo.<br />
La chiesa è bellissima, dipinta a fresco quasi tutta: la cupola, lun<strong>et</strong>te e nave dal Giordano; la soffitta è del<br />
Teo[220]doro; il capo altare, commesso di diversi marmi, disegno del Lazzaro; il quadro dell’Ascensione, del<br />
Lama; il San Bened<strong>et</strong>to si stima del Ribera; il San Giovanni Battista, di Silvestro Buono; San Pi<strong>et</strong>ro e Paolo, del<br />
Salerno; nella Cappella di San Gregorio, ciò ch’ è a fresco, di Francesco di Maria; i quadri laterali, del<br />
Fracanzani; l’Annunziata, di Pacecco di Rosa. Ha quantità di argenti e nobili apparati; oltre del sangue di san<br />
Giovanni Battista, ha la testa di santo Stefano protomartire, san Biagio, san Damaso e san Giovanni eremita, e<br />
reliquie del d<strong>et</strong>to san Gregorio, san Lorenzo ed altri santi.<br />
Dirimp<strong>et</strong>to, discendendosi alla strada d<strong>et</strong>ta di San Biagio, v’è la chiesa di San Gennaro, d<strong>et</strong>to al’Olmo,<br />
credo per la stessa ragione della Piazza dell’Olmo, per l’albero piantato per li pregi de’ vincitori; si dice San<br />
Gennarelllo all’Olmo, a differenza d’altre chiese di San Gennaro. Giovanni Diacono vuole che fusse edificata<br />
da Agnello, 33° vescovo di <strong>Napoli</strong>; havea vicino all’altare due colonne, stimate di diaspro o altra pi<strong>et</strong>ra rara,<br />
che l’arcivescovo cardinal Cantelmo ha tras[221]ferite alla M<strong>et</strong>ropolitana, per adornare l’altar magiore, presene<br />
due consimili da San Gennaro extra Menia, e molto antiche colonne sono state coverte da stucchi; è par<strong>occhi</strong>a<br />
<strong>antica</strong> e collegiata, con la congregazione de’ s<strong>et</strong>tanta pr<strong>et</strong>i, sotto il titolo di San Michele, da cui prende ora il<br />
nome. Si chiama anche San Gennaro a Diaconia e San Nostriano, il di cui corpo fu ritrovato sotto l’altare<br />
maggiore; da questa chiesa prende il nome quest’altra ottina.<br />
Attaccata alla sud<strong>et</strong>ta chiesa, vi è quella di San Biagio d<strong>et</strong>ta de’ Librari, ov’è parte del braccio del santo<br />
fatto padrone di <strong>Napoli</strong>; poco avanti, ove si dice il Pennino di San Biagio, è la picciola chiesa di San Ludovico<br />
delle Stampe, degli stampatori. Discendendo verso Forcella, così d<strong>et</strong>ta anche questa strada, vi è il Palazzo del<br />
gran conte di Altavilla principe della Riccia di Capua, e poi si giunge ad un luogo d<strong>et</strong>to Pistaso, forse da’ molini<br />
che vi erano, e qui vi è il nuovo monistero del Divino Amore, fondato da suor Maria Villani, trasferitavisi dal<br />
monistero [222] di San Giovanni Battista, ove giace sepolta; osservano la str<strong>et</strong>ta regola di San Domenico. Il<br />
monistero, su disegno del Picchiatti, chiudendosi un vicolo che si dicea il Pennino di Pistaso; la chiesa, per ora,<br />
si è accomodata nel portico del palazzo ch’era già de’ Villani, avanti a cui è un luogo o piazz<strong>et</strong>ta, d<strong>et</strong>ta de’<br />
Villani; in d<strong>et</strong>ta chiesa v’è un quadro della Natività del Signore, del cavalier Massimo. Il monistero è riuscito<br />
molto commodo ed abondantissimo d’acque; ha dirimp<strong>et</strong>to una chiesa picciola, consecrata a San Nicolò de<br />
Bari, estaurita del seggio di Pistaso che, con quelli di Forcella e Cimbri, si unì a Montagna, e dà maritaggi a 12<br />
zitelle dell’ottina. Siegue il Vicolo di Sant’Epulo, oggi delle Paparelle per un conservatorio fondato dalle<br />
figliuole d’Aurelio Paparo, divise dalle scorziate; è d<strong>et</strong>to Santa Maria della Stella.<br />
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