1 Napoli città nobilissima, antica e fedelissima, esposta agli occhi et ...
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Cappella de’ Ligorj, di Giovanni di Nola. Nella Cappella de’ Mastro Giudici vi è sepolto Marino Curiale,<br />
giovane caro ad Alfonso I, col distico dello stesso re:<br />
[103] Qui fuit Alfonsi quondam pars maxima Regis<br />
Marinus hac modica nunc 52 tumulatur humo.<br />
E vi è l’immagine dell’Annunziata Santissima, del Majano, di marmi, con puttini che reggono festoni.<br />
Nella Cappella degli Orefici, fondata da un presidente del Sacro Conseglio di tal famiglia, dipinta da<br />
Luigi Siciliano a fresco, v’è la tavola grande di Francesco Curia, 53 e sepolcri della famiglia. Nella Cappella de’<br />
Fiodi vi è la tavola de’ Maggi – accomodata al miglior modo per esser marcita –, di Girolamo Cotignola. Nella<br />
Cappella de’ Principi di Sulmona vedeansi molte figure di Francesco Ruviales, ora guaste dall’acqua. La<br />
Cappella de’ signori Sangri è dipinta da Giovanni Stradà. Nella Cappella degli Arnoldi 54 vi era il San Giovanni<br />
Battista, stimata la prima statua di marmo che facesse Giovanni di Nola, che prima facea in legno; nella<br />
Cappella de’ Barattucci v’era Sant’Antonio di marmo, del Santa Croce, ora transportati in altre cappelle,<br />
siccome è seguito ancora del quadro [104] del Pistoja, ove erano i ritratti di dame e gente conosciute. Vi sono<br />
sepellite molte persone regali, fra’ quali Alfonso II, tanto familiare a’ padri, come dall’epitaffio; Francesco<br />
d’Aragona, figlio legitimo di Ferdinando I, e Carlo figlio naturale, e la Duchessa d’Amalfi. Vi sono ancora i<br />
sepolcri dell’abbate Ferdinando Brancacci; Giovanni Paolo Arnoldo; Gurello Orilia fondatore; degli Avalos,<br />
trasportato nel coro; di Giovanni Alefelt tedesco; di Costanza 55 Piccolomini; d’Alessandro Novellario 56 ed altri.<br />
Il monistero è uno dei più famosi d’Italia; ha quattro chiostri bellissimi; la sacristia, come si disse che<br />
era rifatta, ora abbellita con l’opere di tarsia della Cappella Telesa, e l’opere di Giovanni da Verona, oblato<br />
dell’istesso ordine; nel nuovo ref<strong>et</strong>torio v’è collocata una famosa scena con mutanze per le rappresentazioni<br />
sacre, dipinta da Nicolò Rossi, che vien coperta da un’antiscena, come non vi fusse il teatrino. Vi è famosa<br />
libreria, con una farmacopea, 57 che tiene una finestra con graticola di ferro a Toledo; il convento si può [105]<br />
dire una gran <strong>città</strong> per l’ampiezza. Le reliquie che conserva sono della Croce del Signore; due spine della<br />
corona, una costa di san Cristoforo ed una delle sa<strong>et</strong>te con cui fu sa<strong>et</strong>tato san Sebastiano; vi giace ancora il<br />
cardinal Pompeo Colonna, viceré nel 1532, sepellito nella Cappella de’ Principi di Sulmona.<br />
Poco più sopra è la chiesa di Sant’Anna, d<strong>et</strong>ta de’ Lombardi, nel vicolo chiamato di Bel Giojello, nome<br />
di un giardino dove fu fondata la chiesa da’ nazionali; la cupola ed altre opere a fresco sono del Balducci; le<br />
tavole dell’altar maggiore, del Santa Fede; i due laterali stimansi del Bassan Vecchio; nella Cappella de’<br />
Samuelli, veneziani, da man destra del cappellone vi è un quadro del Lanfranco, mutato il san Brunone in san<br />
52 Come da errata corrige. Editio princeps: manu.<br />
53 Come da errata corrige. Editio princeps: Claria.<br />
54 Come da errata corrige. Editio princeps: Araldi.<br />
55 Come da errata corrige. Editio princeps: Costanzo.<br />
56 Come da errata corrige. Editio princeps: Novella.<br />
57 Editio prineps: formacopea<br />
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