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1 Napoli città nobilissima, antica e fedelissima, esposta agli occhi et ...

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col disegno del cavalier Cosmo alzata la casa e la chiesa con una gran cupola, che nel penultimo terremoto,<br />

havendo molto patito, è stato necessario diroccarla in parte e [327] fortificarla; è ricchissima d’indulgenze<br />

concessele da Giovanni II pontefice. Le reliquie che vi si conservano sono: cinque spine della corona del<br />

Signore; un pezzo della Croce; del velo della Madonna; un dente di san Filippo apostolo; il corpo di<br />

sant’Evaristo papa e martire; di san Fabio; Massimo; e Proto; di san Diodato papa.; delle sante Flavia, Bibiana,<br />

Costante ed Ilaria; con altre reliquie. V’era il corpo di san Pomponio, che stillava manna, ma nel volerlo<br />

trasportare, non ritrovandosi che un pezzo dell’urna e la fistola della manna; si stima rapito.<br />

Avanti v’è una cappella con una pi<strong>et</strong>ra, che si dice Pi<strong>et</strong>ra Santa, dando il nome al luogo, ov’è una croce,<br />

e vien baciata per l’indulgenze concesse da Giovanni II. Nella casa v’è una libreria, lasciata a’ padri da<br />

Giuseppe di Rinaldo, vi era dalla parte di di<strong>et</strong>ro la picciola chiesa di San Pi<strong>et</strong>ro, estaurita del seggio di<br />

Montagna, fondata da Nicolò Poderico; concessa a’ padri per diroccarla, per l’ampliazione della chiesa.<br />

Avanti v’è la chiesa da Giovanni Pontano consecrata all’evangelista San Giovanni, che [328] al di fuori<br />

in tabelle di marmo ha molte belle sentenze, come:<br />

In utraque fortuna, fortunæ ipsius memor esto;<br />

Integritate fides alitur, fides verò amicitia.<br />

e simili. Fu il d<strong>et</strong>to Giovanni, che Gioviniano si fece po<strong>et</strong>icamente chiamare, gran oratore e po<strong>et</strong>a, e secr<strong>et</strong>ario<br />

del re Ferrante Primo; l’edificò nell’anno 1462, ove con tre figliuoli un maschio e due femine, la moglie e<br />

Pi<strong>et</strong>ro Compare suo amico, a’ quali egli fece epitaffii; fatto, anche vivente, il suo; fu sepellito, come si legge in<br />

tavola di marmo, in d<strong>et</strong>ta chiesa.<br />

Tirando avanti vi sono diversi palazzi, come quelli del principe di Monte Mil<strong>et</strong>to Tocco, de’ Musc<strong>et</strong>tola,<br />

duca di Flumari Aponte, degli Spinelli di Tarsia, che fu già del Pontano sud<strong>et</strong>to, come dalla sua imagine e<br />

diverse statue si conosce; qui v’era un arco ed il sedile anche d’Arco d<strong>et</strong>to, che dà il nome alla strada; vi è chi<br />

dice fusse l’<strong>antica</strong> habitazione dell’arconte, cioè governatore della <strong>città</strong>; v’era una torre laterizia but[329]tata a<br />

terra per dilatar la Strada della Vicaria.<br />

Nel vicolo già d<strong>et</strong>to d’Alessandria, o d’Arco badato, ora degl’Impisi, v’è il Seminario de’ Nobili, sotto<br />

la direzzione de’ padri gesuiti, fondato dal marchese di Villa Manso, ove si esercita la nobiltà crescente nelle<br />

l<strong>et</strong>tere, nell’armi e nel cavalcare.<br />

Vi sono altri vicoli d<strong>et</strong>ti di Salvonato, ora delli Rota e del Fico, de’ Pisanelli ed altri.<br />

Appresso, con la facciata alla strada maggiore, è la chiesa d<strong>et</strong>ta dell’Anime del Purgatorio, consecrata<br />

alla Vergine Avocata, fondata da’ congregati dell’Anime, con modello del cavalier Cosmo; vi concorse con<br />

l’elemosine don Francesco Mastrilli, figlio del consigliero Giulio, e si terminò l’altar maggiore con colonne di<br />

marmi; è tutto disegno del Fanzago; il quadro della Vergine e l’anime nel fuoco è del Massimo; il superiore di<br />

Sant’Anna, del Farelli; il sepolcro di marmi er<strong>et</strong>to a Giulio Mastrilli, del Falcone; il quadro del Sant’Alessio<br />

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