magnificamente la processione della Passione del Signore con molti misterj il Venerdì Santo, intervenendovi gran numero di nobiltà e tutti gli officiali de’ tribunali. La chiesa di Santa Maria degli Angioli de’ padri teatini, grande, mirabile e vaga, la fondò donna Costanza d’Oria, figlia del Principe di Melfi, archit<strong>et</strong>tata dal padre don Francesco Grimaldi; la cupola e volte sono dipinte a fresco dal cavalier Benasca; 28 i quadri ad oglio del coro, laterali, della croce e sopra la porta, di Francesco Maria Castelli veronese, de’ d<strong>et</strong>ti padri laico; il quadro della [81 29 ] Vergine con altri santi, dalla parte del Vangelo, del cavalier Massimo. Ha bellissima sacristia, casa, e ref<strong>et</strong>torio dipinto dal d<strong>et</strong>to Castelli, tutto disegno del padre Giovanni Guarino; ha giardini e vedute di Posilipo. TAVOLA [V]: “Veduta della Darsena. All’eccellentissimo signor don Gines di Castro conte di Lemos, capitan generale delle regie galee di <strong>Napoli</strong>”. Il noviziato de’ padri giesuiti, d<strong>et</strong>to la Nunziatella, fondato da donna Anna Mendozza, marchesana della Valle, ha la chiesa umile, 30 ma la casa, con vedute sopra la spiaggia del mare, molto comoda e deliziosa. Il Monte di Dio, presso il Presidio, de’ padri domenicani della str<strong>et</strong>ta osservanza, fu fondato dal marchese di Trevico don Ferdinando Loffredo. 28 Editio princeps: Berasca. 29 Tra la pagina 81 e la precedente è inserita la tavola [V]. 30 Come da errata corrige. Editio princeps omile. 34
Tutto questo colle fu d<strong>et</strong>to Echia, vogliono da Ercole; anche Lucullano, oggi Lucugliano, 31 per esservi edificato un palagio da Lucullo, allora che era unito col continente il Castel dell’Ovo; èravi poi la villa e casa del conte di Santa Severina Andrea Carrafa, deliziosa al pari de’ giardini di Lucullo, con statue e giuochi d’acqua; particolarmente un Mercurio a cui don Giovanni d’Austria, ponendo il cappello, disse: “Habla”! 32 L’ereditò il sud<strong>et</strong>to Loffredo, e comprò poi [82] per la corte il Conte d’Ognatte e lo fece presidio per li soldati spagnuoli che prima erano alla Strada della Celse, perciò d<strong>et</strong>to poscia Quartieri. Don Pi<strong>et</strong>ro d’Aragona viceré l’ingrandì e fortificò, facendovi stanze capaci per più migliara di soldati, <strong>et</strong> il viceré Marchese del Carpio cominciò a farvi una strada ad archi, per farvi la comunicazione col Castel dell’Ovo, ch’è restata imperf<strong>et</strong>ta. Lo stradone che tira a Santa Maria degli Angioli, e tutte le contrade di questo colle, sono piene di palagi e case commode, con vedute di mare e di terra. Vi è, nell’altra strada che va alla porta del d<strong>et</strong>to Presidio, un monistero di monache spagnuole, che si divisero da quelle di Santa Maria Egiziaca presso Porta Nolana, che ritengono il titolo della santa, e si sta ivi fabricando una chiesa alla moderna. Per un ponte di pi<strong>et</strong>ra, fatto a spese de’ complatearj a tempo del Conte di Monterey, si passa alla contrada delle Mortelle, anche ricca di palagi, fra’ quali quelli delli già reggenti Carriglio, Jacca, de’ duchi di Diano Calà e di Pesco Pagano [83] d’Andrea, e vi è un conventino di padri spagnuoli, d<strong>et</strong>to Santa Teresa di Carmelitani, o pure Santa Maria di Buon Successo. Il monistero più sopra, di Santa Caterina da Siena, fondato dal padre Lupardo ov’era l’Ospedale della Vittoria che s’unì con San Giacomo delli Spagnuoli, ha molte reliquie, e con pezz<strong>et</strong>ti della Santa Croce, della veste e capelli della Vergine, de’ santi apostoli, martiri, e confessori; sono domenicane. Il convento della Concordia, presso il Palagio de’ prencipi di Cariati Spinelli, fu fondato dal padre maestro Giuseppe Romano; ha bella vista e vi è sepellito l’infante di Fezza don Gaspar Benemerino, venuto alla fede ed esercitato nelle guerre per lo Re Cattolico, come dal suo epitaffio. La chiesa parr<strong>occhi</strong>al di Sant’Anna di Palagio, fondata da’ maestri e confraternità della Salvazione, che sepellisce a sue spese i poverelli di <strong>Napoli</strong>, tengono l<strong>et</strong>ti all’Incorabili e fanno altre opere pie. Dalla parte che guarda Chiaja v’è Santa Maria d<strong>et</strong>ta di B<strong>et</strong>te[84]lemme, anche domenicane, monistero fondato dalla duchessa della Cersa Carrafa, già suora della Sapienza, fu già villa del reggente Carlo Tappia; vi sono donzelle della più scelta civiltà e vi si coltivano fiori, per farne mazz<strong>et</strong>ti, d’ogni tempo. Più sopra vi è la casa e chiesa de’ padri bernabiti, d<strong>et</strong>ta di San Carlo alle Mortelle, ove si fanno diversi esercizj spirituali; hanno una reliquia di san Liborio, prot<strong>et</strong>tore di chi patisce di calcoli. Sotto le falde del monte èvvi Santa Maria a Par<strong>et</strong>e, così d<strong>et</strong>ta da un’imagine miracolosa di essa Vergine, dipinta in un muro, 33 convento de’ padri conventuali. Superiore è il noviziato degli agostiniani 34 scalzi di San Nicolò da Tolentino, con bellissimo prosp<strong>et</strong>to, fattavi la facciata di stucchi; è vicino il monistero di Suor Orsola Benincasa, da lei fondato sotto il titolo della 31 Come da errata corrige. Editio princeps: lo vogliono. 32 Come da errata corrige. Editio princeps: Hablai. 33 Come da errata corrige. Editio princeps: marmo. 35
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