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1 Napoli città nobilissima, antica e fedelissima, esposta agli occhi et ...

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Vi è, nella porta della scalinata, il sepolcro fatto da Berardino Rota alla moglie Porzia Capece, con<br />

motti, sotto Berardino “Abiit non obiit”, sotto di Portia “Discessit non decessit”, con bellissimi epitaffj che<br />

possono leggere i curiosi.<br />

Sotto l’altar maggiore, discendendosi per due scalinate di marmo, vi è una cappella de’ Guevara, che ha<br />

la porta alla piazza, avanti l’aguglia.<br />

L’altra è ben composta di marmi. La Madonna del Rosario nella Cappella de’ Principi di Stigliano è di<br />

Giovan Berardino Siciliano.<br />

Nella Cappella del cardinale don Diomede Carrafa vi è la statua e sepolcro fatto dal Santa Croce, mutate<br />

l’armi nella famiglia Spinella a cui è passata la cappella, e vi era già una tela della Lapidazione di santo<br />

Stefano, di Lionardo da Pistoja. Vi è la statua di Santo Stefano ed il sepolcro del pa[190]triarca Berardino<br />

Carrafa; nella Cappella de’ Pinelli vi è una tavola della Santissima Annunciata, del Tiziano; sopra d<strong>et</strong>ta<br />

cappella vi sono tre sepolcri, di Filippo principe d’Acaja, quarto genito, e di Giovanni duca di Durazzo, figli di<br />

Carlo V d’Angiò, ed il terzo di Bernardo del Balzo, conte di Monte Sc<strong>agli</strong>oso, 150 e di Andrea, gran giustinziero.<br />

Nella cappella di rimp<strong>et</strong>to a quella di Stigliano vi è quella di Fabio Arcella, vescovo di Capua, con<br />

statua della Vergine e del Bambino, di Giovanni di Nola.<br />

Il sepolcro di Berardino Rota ha due statue di fiumi, belle, dell’Arno e del Tevere. Il San Michele, nella<br />

Cappella Lanario, del Lama.<br />

Cristo con la croce in spalla, nella Cappella de’ Bucchi d’Aragona, è stimata o di Vincenzo o di<br />

Giovanni Corso. La statua del vescovo, nella Cappella de’ Boniti, è del Finelli; nella Cappella de’ Franchi vi è<br />

il sepolcro di Vincenzo, presidente del Sacro Regio Conseglio, noto per le sue decisioni, e vi si conserva la<br />

statua della Vergine, del padre Andrea da San Severino. La vol[191]ta è dipinta a fresco da Bellissario; vi era il<br />

Cristo alla colonna del Caravaggio, situata ora dalla parte dell’Epistola; è, d<strong>et</strong>ta cappella de’ Franchi, destinata<br />

per le reliquie; appresso alla d<strong>et</strong>ta vi è un 151 quadro con un San Giuseppe, del Giordano.<br />

Nella sacristia vi sono in baulli, sotto baldacchini di broccato, le memorie di Alfonso I, di Ferdinando II<br />

e di Giovanna sua moglie; d’Isabella d’Aragona, figliuola di Alfonso I e moglie di Giovan Galeazzo Sforza, e<br />

di donna Maria d’Aragona marchesa del Vasto; di Antonio P<strong>et</strong>ruccio, secr<strong>et</strong>ario di Ferrante, morto per la<br />

Congiura de’ Baroni, dicono decapitato, benché chi ha veduto il cadavero dica haver ancora il laccio alla gola,<br />

con cui fu strangolato; del Duca di Montalto, 152 della famiglia Aragona; del Marchese di Pescara, con loro<br />

epitaffj, e questo ultimo fatto dall’Ariosto ingegnoso con mirabiltà: vi è dipinta una Morte con l’epigrafe<br />

“Sceptra ligonibus æquat”; le tombe ov’erano i cadaveri de’ d<strong>et</strong>ti regnanti, essendo maltrattate dal<br />

tem[192 153 ]po, furono ristaurate dal Conte di Miranda; per ordine del re don Pi<strong>et</strong>ro d’Aragona si portò il corpo<br />

d’Alfonso, in esecuzione del testamento del d<strong>et</strong>to.<br />

150 Editio princeps: Monto Scagioso.<br />

151 Editio princeps: nn.<br />

152 Editio princeps: Mont’alto.<br />

153 Editio princeps: 92.<br />

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