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1 Napoli città nobilissima, antica e fedelissima, esposta agli occhi et ...

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TAVOLA [XVII]: “Veduta del Largo di San Domenico. All’illustrissimo signor abbate Federigo Pappacoda de’ principi di Centola”.<br />

Vicino è il regale convento di San Domenico Maggiore, d<strong>et</strong>to <strong>antica</strong>mente, da una chiesa che vi era con<br />

ospedale, San Michele a Marfisa. L’hebbero prima i padri benedittini, indi, concesso a’ predicatori, fu<br />

consecrato da Alessandro IV, assunto al pontificato in <strong>Napoli</strong>, benché ne appaja la seconda concession a tempo<br />

di Aiglerio arcivescovo di <strong>Napoli</strong>, nel 1269.<br />

Per voto indi fatto da Carlo, principe di Salerno, figlio di Carlo I d’Angiò, prigioniero de’ siciliani, fu<br />

riedificata la chiesa e consecrata a Santa Maria Madalena, sua liberatrice, mutandole il nome con consenso<br />

pontificio; il quale, doppo esser [188] stato re e morto, lasciò al convento il cuore, che in una cass<strong>et</strong>ta d’avorio<br />

si conserva imbalsimato; ora si chiama solo col titolo di San Domenico, essendo la chiesa dedicata al santo.<br />

Ultimamente è stata abbellita con stucchi e dipinture nel coro. Ha molte cappelle di nobilissime<br />

famiglie. Quella del Conte di Santa Severina ha la cupol<strong>et</strong>ta dipinta da Andrea Salerno; quella de’ Capeci la tela<br />

del Crocefisso dipinta da Girolamo, cavaliere di d<strong>et</strong>ta casa, virtuoso in musica, pittura, scoltura, di cui anche è il<br />

Crocefisso dell’architrave.<br />

Nella cappella del Christo che parlò a san Tomaso d’Aquino dicendoli “Bene scripsisti de me, Thoma”,<br />

il Christo e sua depositione sono stimati del Zingaro; vi sono in d<strong>et</strong>ta cappella diversi sepolcri de’ Carrafa e<br />

Sangri.<br />

Nella Cappella del Dolce o Doce vi era l’Angelo Rafaele e Tobia, la Vergine e san Girolamo di Rafaele<br />

d’Urbino, ed il volto dell’angelo era ritratto di Pico della [189] Mirandola, ed il san Girolamo del cardinale<br />

Bembo; ora vi è un quadro di Santa Rosa.<br />

Nella Cappella de’ Brancacci vi è il ritratto di san Domenico, tratto dal vero.<br />

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