1 Napoli città nobilissima, antica e fedelissima, esposta agli occhi et ...
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Francesco di Paola al naturale, con carnatura, barba e cappuccio del suo colore, fatta a spese del marchese<br />
Giovanni Vandeneinden fiamengo.<br />
La Cappella di Sant’Isidoro, prot<strong>et</strong>tore della nazione spagnuola, ove la statua del santo è dipinta a fresco<br />
dal Farelli; la Presentazione de’ Maggi è del Crisologo; la Vergine col Bambino, del Santa Fede; la sua<br />
Natività 21 di Marco da Siena, col suo ritratto. La sacristia tiene apparati superbissimi ed argenti, e vi si conserva<br />
uno studiolo di smalto prezioso donatole dal cardinal Granvela che fu viceré del Regno. Nel chiostro vi è una<br />
imagine del Signore con croce in spalla di Giuseppe Trapani. 22<br />
Ha una famosa farmacopea, o speziaria, ben dipinta dal Matteis, con preziosi aromi e semplici, e cose<br />
peregrine, e vi è una congregazione della Vergine de’ S<strong>et</strong>te Dolori, dipinta dal Farelli, confratello di essa; un<br />
campanile grande, con campane di grandezza stimabile; buono e gran convento, con libraria, giardini e luogo<br />
per molti frati. Fra l’insigni reliquie che tiene vi è del [75] latte della Beata Vergine, che si liquefà ne’ suoi<br />
giorni festivi, in due ampolle. Nella Cappella della famiglia Cordova v’è un’effigie al naturale del santo, venuta<br />
da Francia, due pezz<strong>et</strong>ti della Croce del Signore, de’ santi Giovanni Battista, Matthia ed Andrea; un dente di<br />
san Paolo; la nuca con un pezzo dello spino di san Francesco, col berr<strong>et</strong>tino, cingolo, e veste di lana, che<br />
portava in memoria di san Francesco d’Assisi; Lucrezia Carrafa diede a questa chiesa in tre reliquiarj di gemme<br />
molte reliquie, fra’ quali de’ capelli e veste della Vergine, di san Giacomo apostolo, e molti santi e sante martiri<br />
e vergini. Riposano in d<strong>et</strong>ta chiesa il beato Francesco di <strong>Napoli</strong>, dello stess’ordine, ed il beato Giovanni, oblato<br />
calabrese, noto per la sua semplicità.<br />
Dirimp<strong>et</strong>to al Palagio vi è la chiesa di Santo Spirito e convento de’ padri domenicani, a differenza d’ un’<br />
altra chiesa, d<strong>et</strong>ta lo Spirito Santo; da questa prende il nome l’ottina. Alcuni vogliono havesse il nome da san<br />
Spiridione, essendo stata prima de’ monaci basiliani, poi concessa a’ pre[76]dicatori; diruta però l’<strong>antica</strong> chiesa<br />
per allargar la Piazza del Palagio, e redificata la moderna, che si va abbellendo al maggior segno, havendone<br />
dipinto il cappellone Giacomo del Po, e non Andrea; il lamione della croce è mirabilmente 23 dipinto da Nicolò<br />
Rossi a fresco; l’altare del Rosario ha una tela con capricciosa invenzione del Giordano; dirimp<strong>et</strong>to il Nome di<br />
Giesù con san Pi<strong>et</strong>ro e Paolo, la Fede, e ’l Bambino, del d<strong>et</strong>to Giacomo del Po; le tavole di Santa Barbara ed<br />
Adorazione de’ Maggi, d’Andrea Salerno. Ajutò il luogotenente della Regia Camera Alvarez de Ribera con<br />
elemosina la chiesa, che qui giace sepellito, e nella sua cappella la tavola della Vergine con gli apostoli Pi<strong>et</strong>ro e<br />
Paolo, del Fiamengo.<br />
Ha chiostro, libreria, farmacopea ed un’altra congregazione della Madonna de’ S<strong>et</strong>te Dolori; i padri<br />
osservano la regola str<strong>et</strong>ta di quei della Sanità; vi sono anche memorie sepolcrali che possono vedersi.<br />
Vicina è la chiesa e collegio di San Francesco Saverio della nazio[77]ne spagnuola, dedicata anche a<br />
San Francesco Borgia, de’ padri giesuiti, fondata dalla somma pi<strong>et</strong>à della contessa di Lemos donna Caterina de<br />
la Zerda y Sandoval, o pure ajutato il collegio con elemosine, essendovi prima una picciola chiesa di d<strong>et</strong>ti padri;<br />
21 Editio princeps: Nitività.<br />
22 Come da errata corrige. Editio princeps: Impani.<br />
23 Editio princeps: mirabilmenle.<br />
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