Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.
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possiamo sapere se si tratti <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> progetto o <strong>di</strong><br />
rappresentazioni <strong>di</strong> oggetti già realizzati. Le abitazioni in legno<br />
sono ritratte con segni lineari in una pseudo proiezione ortogonale.<br />
In alcuni casi all’interno delle case sono rappresentate delle<br />
sagome umane 3 (figure 1 e 2 e figura 24 del capitolo 4). Si<br />
possono riconoscere delle notazioni ricorrenti, come nei piccoli<br />
segmenti riportati ortogonalmente agli spioventi del tetto a<br />
capanna, interpretabili come un ru<strong>di</strong>mentale embrione <strong>di</strong><br />
convenzione del <strong>di</strong>segno.<br />
In queste prime manifestazioni il <strong>di</strong>segno appare come astrazione<br />
utile al fine umano, in cui si scorge la necessità <strong>di</strong> comunicare e <strong>di</strong><br />
fare programmi 4 , che come vedremo sono due delle costanti<br />
generali del <strong>di</strong>segno per il progetto dell'architettura, nel corso <strong>di</strong><br />
tutta la storia.<br />
Questi sono solo i primi esempi <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> architettura che ci<br />
sono pervenuti, e che non siamo certi rappresentino intenti<br />
progettuali, mentre le più antiche testimonianze concrete<br />
realmente riconducibili a elaborati progettuali sono <strong>di</strong>segni <strong>di</strong><br />
architetti egiziani <strong>di</strong> epoca faraonica.<br />
In generale si suppone che, nell'Antichità, il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> progetto<br />
non fosse utilizzato in tutti i casi, ma che spesso si pervenisse al<br />
manufatto finale attraverso tentativi e grazie al rapporto <strong>di</strong>retto tra<br />
architetto ed artigiano. Ciò avveniva sicuramente per le opere<br />
minori, mentre, per quelle più importanti, è ragionevole pensare<br />
che dovessero esistere <strong>degli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> preliminari <strong>di</strong> progetto, che<br />
aiutassero a padroneggiare la complessità delle relazioni<br />
geometriche, costruttive e funzionali.<br />
Nell'antico Egitto, la maggior parte dei progetti era<br />
realizzata su papiro, e pertanto, per la natura deteriorabile del<br />
supporto, sono veramente pochi i casi in cui elaborati, talvolta<br />
anche solo parziali, sono pervenuti integri e leggibili sino ai nostri<br />
giorni. Le prime rappresentazioni architettoniche egizie si datano<br />
in corrispondenza della I e II <strong>di</strong>nastia (3500-2778) 5 .<br />
Il <strong>di</strong>segno più completo parrebbe essere il progetto della tomba <strong>di</strong><br />
Ramesse IV, realizzato su papiro e oggi conservato al Museo<br />
Egizio <strong>di</strong> Torino. In questo <strong>di</strong>segno è in<strong>di</strong>cata una pianta, in cui i<br />
contorni dello scavo sono evidenziati con una linea doppia e i<br />
particolari, come le porte, vengono riportati in prospetto nel punto<br />
esatto della pianta in cui sono previsti. Le proporzioni non sono<br />
rispettate esattamente e quin<strong>di</strong> le misure andavano dedotte dalle<br />
quote scritte. L'assenza <strong>di</strong> molte in<strong>di</strong>cazioni utili alla costruzione,<br />
senza le quali oggi non sarebbe pensabile interpretare<br />
correttamente il <strong>di</strong>segno, è giustificata dal fatto che una stessa<br />
persona era contemporaneamente sia l'architetto che l'impresario,<br />
e quin<strong>di</strong> era perfettamente in grado <strong>di</strong> interpretare il <strong>di</strong>segno per<br />
poter fornire le giuste in<strong>di</strong>cazioni agli operai 6 . Questo papiro è<br />
importante soprattutto perché l'e<strong>di</strong>ficio che rappresenta è ancora<br />
esistente e quin<strong>di</strong> può essere confrontato con il <strong>di</strong>segno: per<br />
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