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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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Nelle pagine precedenti sono raccolte una serie <strong>di</strong> immagini<br />

esemplificatrici delle poetiche elencate. Sono tutte immagini <strong>di</strong><br />

progetti realizzati nell'ultimo quin<strong>di</strong>cennio e tutte prodotte con<br />

tecniche grafiche <strong>di</strong>gitali. In ognuna <strong>di</strong> esse si possono identificare<br />

una o più poetiche, ma per maggiore chiarezza le passeremo in<br />

rassegna singolarmente. Nel rendering del progetto per il nuovo<br />

palazzo della Regione a Torino, (concorso del 1999-2001), <strong>di</strong><br />

Massimiliano Fuksas, troviamo la poetica della trasparenza, quella<br />

della maquette, quella della luce, quella dell'assenza <strong>di</strong> contorno<br />

(figura 19). Nell'immagine che ritrae una fase <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o per il<br />

Centro culturale a Santiago de Compostela <strong>di</strong> Peter Eisenman, del<br />

1999, troviamo la poetica del wireframe insieme a quella della<br />

trasparenza e dell'assenza <strong>di</strong> contorno, e la poetica dello sfondo<br />

scuro (figura 20). Nell'immagine schematica del progetto <strong>di</strong> UN<br />

Stu<strong>di</strong>o (Ben van Berkel e Caroline Bos) per il Wadsworth<br />

Atheneum Museum of Art ad Hartford del 1999-2006, ve<strong>di</strong>amo<br />

ancora sfondo scuro, trasparenza, assenza <strong>di</strong> contorno e poetica<br />

della maquette (figura 21). Nel <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> dECOi, Paramorph: un<br />

ingresso per il South Bank <strong>di</strong> Londra, notiamo ancora le poetiche<br />

dello sfondo scuro e della trasparenza, l'assenza <strong>di</strong> contorno, la<br />

maquette, e anche la poetica della luce per la scelta del materiale<br />

dall'effetto riflettente (figura 22). Nell'immagine del progetto <strong>di</strong><br />

Jean Nouvel con Atelier 8000 – Jiri Stritecky, Martin Krupauer, per<br />

il Complesso Andĕl a Praga, troviamo sempre le poetiche dello<br />

sfondo scuro, della trasparenza e della luce, combinate con una<br />

poetica della texture utilizzata in modo non realistico e, anche se<br />

per la piccola <strong>di</strong>mensione dell'immagine forse non si riesce a<br />

cogliere, è presente anche una lieve deformazione curvilinea del<br />

quadro proiettivo (figura 23). Abbiamo poi due immagini che<br />

rappresentano il Guggenheim Virtual Museum <strong>di</strong> Asymptote<br />

Architecture, che è un caso particolare poiché la sua esistenza è<br />

destinata alla sola <strong>di</strong>mensione virtuale, per cui notiamo oltre alle<br />

solita presenza dello sfondo scuro, dell'assenza <strong>di</strong> contorno e<br />

della luce, anche una forte componente <strong>di</strong>storsiva, che come si è<br />

detto è una tendenza espressiva che la rappresentazione del<br />

progetto ha in comune con l'espressività che contrad<strong>di</strong>stingue lo<br />

spazio virtuale <strong>di</strong>gitale (figura 25). Nell'immagine che rappresenta<br />

invece la successione <strong>di</strong> possibili conformazioni dell'oggetto, e<br />

cioè variazioni formali <strong>di</strong>pendenti dal parametro temporale,<br />

ve<strong>di</strong>amo inoltre la poetica della sequenza (figura 24). L'ultima<br />

immagine della pagina, espressa con la poetica del wireframe, su<br />

sfondo scuro, è del progetto Superfici urbane (Colonia – Helsinki –<br />

Oslo) <strong>di</strong> OCEAN (figura 26).<br />

Nella pagina successiva troviamo immagini <strong>di</strong> progetto<br />

contrad<strong>di</strong>stinte soprattutto dalla poetica della luce, dell'assenza <strong>di</strong><br />

contorno, della texture usata in senso fotorealistico,<br />

dell'immersività e del riferimento simbolico. Il rendering per il<br />

Me<strong>di</strong>a Galaxy <strong>di</strong> New York, del 2001-2002, <strong>di</strong> MVRDV, espresso<br />

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