Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.
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<strong>di</strong> sono espresse tutte queste influenze, tra le quali la più affine nei<br />
mezzi espressivi è certamente la pittura.<br />
In passato la composizione progettuale ha tratto spesso<br />
spunto dalla <strong>di</strong>sciplina pittorica, <strong>di</strong>chiaratamente o per circostanze<br />
<strong>di</strong> affinità d'ambiente o <strong>di</strong> pensiero in cui nasceva. Le esperienze<br />
figurative nelle varie epoche e culture, infatti, sono alla base delle<br />
conoscenze <strong>degli</strong> architetti e molte volte ne influenzano<br />
fortemente la formazione ed il modo <strong>di</strong> esprimersi graficamente.<br />
Sin dal Tardo Gotico i maestri <strong>di</strong> architettura del Nord Europa<br />
avevano sviluppato un modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>segnare molto <strong>di</strong>verso da quello<br />
meri<strong>di</strong>onale, ed in particolare da quello italiano. Infatti, i primi<br />
compivano la loro formazione nelle officine dei muratori, mentre gli<br />
italiani iniziavano come pittori e scultori. Ne risultava uno stile <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>segno molto <strong>di</strong>verso: i primi erano già in grado <strong>di</strong> eseguire<br />
prospetti ortogonali precisi e niti<strong>di</strong>; mentre nei secon<strong>di</strong> prevaleva<br />
una volontà pittorica che li spingeva verso <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> prospetto<br />
pieni <strong>di</strong> elementi in pseudo-prospettiva e trattati con tecniche<br />
artistiche come il chiaroscuro. Sino al primo Rinascimento, in<br />
Italia, si può affermare che l'architetto non avesse una vera e<br />
propria formazione da architetto, ma imparasse l'arte del <strong>di</strong>segno<br />
come un pittore. A lamentarsi della <strong>di</strong>ffusa prassi pittorica tra gli<br />
architetti, fu tra i primi Leon Battista Alberti, il quale denunciava<br />
l'impossibilità <strong>di</strong> controllare le misure reali in <strong>di</strong>segni eseguiti in<br />
prospettiva, e pertanto dominati da illusorie parvenze. I <strong>di</strong>segni in<br />
prospetto, sino al XVI secolo, continuavano ad essere contaminati<br />
da viste a prospettiva intuitiva ed erano spesso ombreggiati e<br />
colorati 37 .<br />
Nel Sette-Ottocento si assiste ad una tendenza pittorica molto<br />
spiccata nel <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> architettura, si inizia a <strong>di</strong>ffondere la prassi<br />
dell'esposizione dei <strong>di</strong>segni come fossero essi stessi opera d'arte,<br />
e molti architetti raggiungono una tale abilità <strong>di</strong>segnativa da<br />
riprodurre graficamente effetti visivi tendenti all'iperrealismo.<br />
Nel primo Novecento è<br />
interessante notare come<br />
siano proprio le arti<br />
figurative le prime a<br />
17 18<br />
118<br />
17. Le Corbusier,<br />
natura morta, 1920<br />
circa<br />
18. Theo Van<br />
Doesburg e Cornelis<br />
Van Eesteren,<br />
progetto per un'aula<br />
dell'<strong>Università</strong> <strong>di</strong><br />
Amsterdam, 1923