Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.
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geometrica classica verso interpretazioni più personali e astratte,<br />
e riportando in questo modo la rappresentazione ad essere<br />
privilegiato strumento <strong>di</strong> indagine dell'architettura, a prescindere<br />
da una sua successiva opera costruttiva, spostando l'interesse<br />
verso la sperimentazione concettuale e immaginaria 46 (figure 21,<br />
22 e 23).<br />
In definitiva si può <strong>di</strong>re che l'architettura moderna, ed in particolare<br />
quella d'Avanguar<strong>di</strong>a, abbia beneficiato della rivoluzione<br />
compiutasi nelle arti visive del Ventesimo secolo, poiché le<br />
concezioni figurative dello spazio e del tempo, che si sono<br />
sviluppate in seno ad essa, l' hanno svincolata dal peso della<br />
rappresentazione 47 . Le suggestioni introdotte in quegli anni nel<br />
mondo artistico non smettono tuttora <strong>di</strong> fornire spunto ai progettisti<br />
d'architettura. A tal proposito merita un accenno il caso particolare<br />
<strong>di</strong> Zaha Ha<strong>di</strong>d, la cui visionaria tecnica pittorica le permise, sin<br />
dagli anni Ottanta, <strong>di</strong> sperimentare forme progettuali ar<strong>di</strong>te, che si<br />
<strong>di</strong>scostavano da qualunque linguaggio architettonico precedente,<br />
prendendo liberamente ispirazione dalla pittura costruttivista.<br />
Come abbiamo già avuto modo <strong>di</strong> raccontare nel capitolo<br />
precedente, la Ha<strong>di</strong>d aveva un metodo molto personale ed<br />
elaborato <strong>di</strong> produrre l'immagine della sua idea progettuale, che<br />
attraverso il processo stesso del <strong>di</strong>segnare trovava la sua genesi<br />
formale. Distorsioni, plurimi punti <strong>di</strong> vista, tipi <strong>di</strong> proiezioni <strong>di</strong>verse<br />
nello stesso <strong>di</strong>pinto, sembravano recuperare alcuni concetti propri<br />
delle sperimentazioni spazio-temporali cubiste (figura 24).<br />
Dagli anni Ottanta sino alla metà <strong>degli</strong> anni Novanta, anche Ben<br />
van Berkel e Caroline Bos hanno compiuto un interessante lavoro<br />
<strong>di</strong> collezione <strong>di</strong> <strong>di</strong>agrammi <strong>di</strong> flussi, <strong>di</strong> annotazioni musicali, <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>agrammi a no<strong>di</strong>, ripresi da manuali tecnici o dal mondo dell'arte,<br />
dal lavoro <strong>di</strong> Kan<strong>di</strong>nskij e <strong>di</strong> Klee, traducendoli nelle loro<br />
composizioni architettoniche. Lo stesso van Berkel, ha <strong>di</strong>chiarato<br />
<strong>di</strong> aver preso spunto dall'opera del pittore Francis Bacon,<br />
rielaborandone la tecnica in senso inverso e cioé non muovendosi<br />
dalla figura all'astratto, come faceva Bacon, ma dall'astratto alla<br />
figura 48 .<br />
Il repertorio formale pittorico,<br />
dunque, non smetterà mai <strong>di</strong><br />
appartenere alla cultura<br />
dell'architetto, che nello<br />
strumento del <strong>di</strong>segno trova<br />
affinità fraterna con le arti<br />
figurative; e tramite questo,<br />
grazie alle tecnologie<br />
avanzate, si esprime ormai<br />
liberamente senza<br />
con<strong>di</strong>zionamenti geometrici né<br />
pratici.<br />
24<br />
121<br />
24. Zaha Ha<strong>di</strong>d,<br />
Residenza del primo<br />
ministro irlandese,<br />
Dublino, 1979-1980