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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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psicologici, la teoria principale è stata quella della Gestalt 12 , che<br />

elaborò interessanti teorie che recentemente sono però state<br />

messe in <strong>di</strong>scussione alla luce delle nuove conoscenze<br />

sull'apparato percettivo 13 . L'idea promossa <strong>di</strong> un'autosufficienza<br />

della percezione rispetto alla sfera psicologica e all'esperienza<br />

dell'in<strong>di</strong>viduo, con la conseguente esistenza <strong>di</strong> una forma<br />

autonoma dall'idea, apparve criticabile già agli stessi<br />

contemporanei 14 .<br />

In epoca moderna, forse anche per l'influenza concettuale della<br />

fisica einsteiniana, secondo cui l'osservatore mo<strong>di</strong>fica i fenomeni e<br />

ne viene mo<strong>di</strong>ficato, anche chi si occupava <strong>di</strong> spazio architettonico<br />

ha talvolta sostenuto la curvatura dello spazio in un'ottica <strong>di</strong><br />

continuum spazio-temporale, portando ovviamente un contributo<br />

cervellotico e complesso alla teoria della rappresentazione dello<br />

spazio. Hanno avuto una rapida ma non fortunata <strong>di</strong>ffusione teorie<br />

che promuovevano l'impiego <strong>di</strong> una prospettiva curvilinea per una<br />

rappresentazione dello spazio più consona alla realtà visiva. La<br />

costruzione geometrica <strong>di</strong> tali forme rappresentative risulta tuttavia<br />

molto complessa, e pertanto <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile impiego. Inoltre c'è da<br />

notare che, quando gli oggetti sono molto <strong>di</strong>stanti dall'osservatore<br />

o comunque ricadono sotto angoli visivi decisamente acuti, la<br />

prospettiva tra<strong>di</strong>zionale tenda a coincidere quasi perfettamente<br />

con quella curvilinea 15 .<br />

In epoca attuale, con l'introduzione dello strumento <strong>di</strong>gitale, gli<br />

effetti <strong>di</strong> deformazione della rappresentazione, come abbiamo<br />

detto nel precedente capitolo, sono in genere dovuti a tecniche<br />

che emulano il comportamento ottico dell'obiettivo fotografico. Nei<br />

casi in cui le <strong>di</strong>storsioni visive dell'immagine vengono esasperate,<br />

ciò deriva concettualmente da una volontà <strong>di</strong> allontanamento<br />

dell'immagine dalla percezione oggettiva della realtà, con la sua<br />

trasposizione sul piano ideale, riferendosi spesso a <strong>di</strong>mensioni<br />

spazio-temporali che esistono solo nel mondo virtuale.<br />

3.1.3. Il rapporto <strong>di</strong>mensionale tra uomo e oggetto del<br />

<strong>di</strong>segno<br />

Da un punto <strong>di</strong> vista percettivo, che si ripercuote<br />

<strong>di</strong>rettamente sull'approccio rappresentativo, uno <strong>degli</strong> aspetti<br />

fondamentali, che caratterizza il <strong>di</strong>segno del progetto architettonico,<br />

è il rapporto <strong>di</strong>mensionale con l'oggetto rappresentato. Infatti, in<br />

questo caso, l'oggetto rappresentato è uno spazio costruito e<br />

circoscrivibile ad un'area delimitata. In caso <strong>di</strong> spazi più <strong>di</strong>latati si<br />

avrebbe a che fare con un ambito urbanistico o paesaggistico, che<br />

ho deciso a priori <strong>di</strong> non comprendere nella mia analisi, proprio per<br />

le <strong>di</strong>verse implicazioni <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne percettivo e rappresentativo che<br />

porta in sé. In sintesi, infatti, la grande <strong>di</strong>mensione spaziale<br />

comporta uno sforzo rappresentativo <strong>di</strong>verso, poiché la visione<br />

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