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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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movimento dell'Architettura Disegnata. Tra questi citiamo ad<br />

esempio l'opera <strong>di</strong> Aldo Rossi, le cui tele portano l'architettura a<br />

soggetto pittorico quasi metafisico, allontanato dal suo realismo<br />

metrico e da uno scontato metodo rappresentativo. In molte delle<br />

opere che vi appartengono, i volumi architettonici sono spesso<br />

raffigurati attraverso <strong>di</strong>verse visioni proiettive e con salti <strong>di</strong> scala<br />

che coesistono nello stesso piano41 . Tra gli altri autori <strong>di</strong> queste<br />

visioni architettoniche ai confini con l'arte figurativa, ricor<strong>di</strong>amo<br />

Massimo Scolari e i suoi acquerelli, Arduino Cantafora e i suoi<br />

<strong>di</strong>pinti ad olio, Giangiacomo d'Ar<strong>di</strong>a, Dario Passi, Franz Prati,<br />

Lebbeus Woods, Leon Krier e altri42 .<br />

Secondo alcuni critici, il fiorire <strong>di</strong> questo movimento fu sicuramente<br />

alimentato dal fatto che in Italia in quel periodo ci fu una crisi della<br />

costruzione, e l'architettura dovette dunque<br />

concentrare le sue sperimentazioni solo sul<br />

campo ideale43 . Secondo altri invece, questo<br />

fiorire del <strong>di</strong>segno d'architettura non fu imposto<br />

dalle circostanze, ma piuttosto si trattò <strong>di</strong> una<br />

scelta da parte dei suoi protagonisti che forse<br />

intendevano sottrarsi a certi aspetti della pratica<br />

professionale che non permettevano loro <strong>di</strong><br />

esprimersi come volevano nelle loro idee e nei<br />

loro <strong>di</strong>segni44 . A sostenere questa ipotesi sembra<br />

emblematica una frase <strong>di</strong> uno <strong>degli</strong> interpreti <strong>di</strong><br />

questo movimento <strong>di</strong> architetture immaginate e<br />

tradotte solo sulla carta, Leon Krier, che <strong>di</strong>sse<br />

«non costruisco, perché sono un'architetto» 45 .<br />

La mancanza della necessità costruttiva è<br />

certamente una delle ragioni che spingono il<br />

<strong>di</strong>segno <strong>di</strong> architettura ad allontanarsi da<br />

un'imme<strong>di</strong>ata corrispondenza con la realtà visiva,<br />

abbandonando le regole ferree della proiettività<br />

21<br />

22<br />

23<br />

120<br />

21. Carlo Aymonino,<br />

Disegni per il<br />

"Gallaratese" <strong>di</strong><br />

Milano<br />

22. Aldo Rossi,<br />

Composizione con<br />

cimitero <strong>di</strong> Modena e<br />

Santo, olio su<br />

tavola,1979<br />

23. Franco Purini,<br />

Concorso per la<br />

sistemazione della<br />

Lützowplatz, Berlino,<br />

1983

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