Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.
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attribuita a Filippo Brunelleschi 82 . La sua figura è talmente<br />
significativa nella ricerca architettonica che storicamente il suo<br />
arrivo a Roma, nel 1414, segna l'inizio del Rinascimento in<br />
architettura 83 . Egli ebbe le prime intuizioni sul metodo, ma fu poi<br />
Leon Battista Alberti, nel suo trattato De Pictura, a definirne i<br />
principi fondamentali 84 . Il laborioso proce<strong>di</strong>mento geometrico usato<br />
dal Brunelleschi, che si ritrova nelle due tavolette prospettiche<br />
raffiguranti il Battistero <strong>di</strong> S. Giovanni ed il Palazzo della Signoria<br />
<strong>di</strong> Firenze, è ancora <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile ricostruzione 85 . Il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong><br />
costruzione prospettica illustrato più tar<strong>di</strong> dal suo allievo, l'Alberti è<br />
invece più pratico e sintetico: fu lui a risolvere il problema della<br />
riduzione dello spazio al piano attraverso la sezione della piramide<br />
visiva 86 .<br />
Successivamente, nel secondo Quattrocento, la rappresentazione<br />
andò oltre l’inquadratura centrale per indagare anche strutture<br />
prospettiche più articolate, con l’uso <strong>di</strong> elementi del linguaggio<br />
prospettico quali articolazione, asimmetria, obliquità, stereometria,<br />
definiti da Zevi come antiprospettici 87 .<br />
Agli inizi del XVI secolo, l'interesse della maggior parte <strong>degli</strong> artisti<br />
convergeva verso lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei problemi prospettici, traducendosi<br />
in una vera unitarietà <strong>di</strong> pensiero 88 . E questo ci conferma che il<br />
metodo prospettico incarnasse valori culturali che andavano oltre il<br />
mero processo pratico.<br />
Nei <strong>di</strong>segni d'architettura, ormai, il metodo<br />
prospettico era certamente adoperato per il<br />
controllo formale e visivo (figure 27 e 28).<br />
La teorizzazione delle leggi prospettiche<br />
<strong>di</strong>ede un contributo decisivo alla <strong>di</strong>ffusione<br />
della scienza del <strong>di</strong>segno, la quale<br />
assumerà un vero valore <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina<br />
completa solo nel Settecento, con l'opera <strong>di</strong><br />
Monge 89 .<br />
Si deve dar merito anche all'invenzione<br />
quattrocentesca della stampa che favorì la<br />
pubblicazione e <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> quei numerosi<br />
trattati, che affrontarono per secoli il<br />
problema della prospettiva 90 .<br />
Numerosi contributi <strong>di</strong> carattere<br />
sostanzialmente pratico furono dati allo<br />
<strong>stu<strong>di</strong></strong>o della prospettiva ad esempio da<br />
Leonardo da Vinci, Albrecht Dürer, Jean<br />
Cousin, Giacomo Barozzi da Vignola e altri;<br />
mentre in campo teorico vanno menzionati<br />
Francesco Comman<strong>di</strong>no e il suo <strong>di</strong>scepolo<br />
Guidobaldo del Monte che sviluppano il<br />
problema prospettico come metodo<br />
scientifico avvicinandosi al moderno<br />
concetto <strong>di</strong> “fuga” 91 . Spostandoci dunque<br />
19<br />
27. Fra Giocondo.<br />
Stu<strong>di</strong>o prospettico<br />
(Firenze, Uffizi)<br />
28. Vincenzo<br />
Scamozzi. Stu<strong>di</strong>o<br />
prospettico (Firenze,<br />
Uffizi)<br />
27<br />
28