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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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formare uno spazio avendo in tempo reale la sua percezione<br />

soggettiva. Mentre in passato, senza lo strumento <strong>di</strong>gitale, la<br />

rappresentazione prospettica <strong>di</strong>ventava una verifica successiva<br />

alla composizione della forma e probabilmente non era prassi<br />

comune compiere un continuo <strong>di</strong>alogo tra composizione e verifica<br />

percettiva, proprio per la laboriosità della costruzione <strong>di</strong> questa; si<br />

potrebbe tuttavia ipotizzare che gli architetti in passato fossero<br />

meglio allenati all'immaginazione dei risultati prospettici <strong>di</strong> uno<br />

spazio progettato; mentre oggi questa capacità si affievolisce a<br />

causa della velocità <strong>di</strong> resa offerta dal computer, e<br />

paradossalmente la facile <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> immagini prospettiche, e<br />

la loro abbondanza nel processo progettuale, si riflette nella<br />

creazione <strong>di</strong> spazi architettonici anti-prospettici.<br />

Comunque, per la mancanza <strong>di</strong> una totale automatizzazione del<br />

processo, si può <strong>di</strong>re che questo continuo e reiterato passaggio tra<br />

rappresentazione come verifica percettiva e mo<strong>di</strong>ficazione del<br />

progetto, sia un atto consapevole ancora nelle mani decisionali del<br />

progettista. E proprio per questo motivo credo che il <strong>di</strong>segno, pur<br />

nelle sue nuove espressioni <strong>di</strong>gitali, in questo caso, mantenga<br />

ancora un ruolo <strong>di</strong> controllo consapevole da parte dell'architetto.<br />

2.5.4. Nuove espressività. Poetiche del <strong>di</strong>segno <strong>di</strong>gitale del<br />

progetto architettonico<br />

Nuove sono dunque le esigenze <strong>di</strong> rappresentazione<br />

richieste dalla complessità formale, funzionale e costruttiva che<br />

contrad<strong>di</strong>stingue il progetto <strong>di</strong> architettura nell'era dell'elettronica.<br />

E nuove sono anche le aspettative estetiche del pubblico a cui è<br />

destinata l'immagine del progetto architettonico.<br />

Ad un'osservazione analitica del materiale iconico raccolto, hanno<br />

iniziato ad emergere alcuni caratteri ricorrenti e altri originali, che<br />

mi hanno permesso <strong>di</strong> identificare vere e proprie tendenze<br />

espressive nel <strong>di</strong>segno-immagine del progetto <strong>di</strong>gitale<br />

contemporaneo.<br />

L'obiettivo <strong>di</strong> questa parte della ricerca era quello <strong>di</strong> fare chiarezza<br />

sul ruolo e sulle peculiarità espressive del <strong>di</strong>segno prodotto con gli<br />

strumenti <strong>di</strong>gitali, all'interno del processo progettuale. Dopo aver<br />

<strong>di</strong>scusso a lungo sul ruolo, è giunto il momento <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care<br />

attenzione alla forma espressiva. Un tentativo personale è stato<br />

quello <strong>di</strong> creare delle categorie che fossero in grado <strong>di</strong> identificare<br />

le caratteristiche principali e <strong>di</strong>ffuse del suddetto <strong>di</strong>segno. Tale<br />

invenzione non pretende <strong>di</strong> essere nulla <strong>di</strong> imprescin<strong>di</strong>bile né <strong>di</strong><br />

definitivo, ma è anzi aperta a critiche, integrazioni e anche<br />

personali ripensamenti, alla luce <strong>di</strong> nuove considerazioni. Tuttavia<br />

è stata per me un modo utile per tentare <strong>di</strong> classificare le<br />

molteplici tendenze in<strong>di</strong>viduate, con l'illusione <strong>di</strong> poterne avere<br />

così una maggiore consapevolezza ed un maggiore controllo,<br />

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