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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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Allo stesso modo, secoli prima, nel suo Trattato della pittura, si era<br />

espresso Leonardo con queste parole:<br />

«Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o de' giovani i quali desiderano professionarsi nelle<br />

scienze imitatrici <strong>di</strong> tutte le figure delle opere <strong>di</strong> natura, dev'essere<br />

circa il <strong>di</strong>segno accompagnato dalle ombre e lumi convenienti al<br />

sito dove tali figure sono collocate» 57 .<br />

Sebbene siamo portati a credere che l'estremo realismo<br />

dell'immagine sia stato raggiunto solo <strong>di</strong> recente, con l'ausilio dello<br />

strumento <strong>di</strong>gitale, ciò non è vero. Con <strong>di</strong>versi strumenti e tecniche<br />

grafiche manuali, infatti, si sono raggiunti gra<strong>di</strong> sorprendenti <strong>di</strong><br />

verosimiglianza con la realtà. L'unica cosa certa è che i processi <strong>di</strong><br />

emulazione dell'interazione della luce coi corpi che investe, non<br />

sono <strong>di</strong> facile realizzazione con meto<strong>di</strong> e strumenti manuali. Le<br />

costruzioni geometriche risultano laboriose e in alcuni casi sono<br />

solo approssimate. Gli algoritmi che permettono, invece, al<br />

computer <strong>di</strong> emulare questi aspetti, rendono il processo grafico<br />

estremamente più semplice e rapido, superando anche i limiti<br />

della costruzione geometrica tra<strong>di</strong>zionale.<br />

Ma per avere ben chiaro <strong>di</strong> cosa stiamo parlando sarà bene<br />

compiere un veloce excursus attraverso la definizione dei vari<br />

effetti determinati dall'interazione fisica <strong>di</strong> luce e corpi, e della loro<br />

simulazione grafica.<br />

La scienza del <strong>di</strong>segno ha da sempre <strong>stu<strong>di</strong></strong>ato il modo <strong>di</strong> riprodurre<br />

in un modello grafico gli effetti generati dalla luce sui corpi. A<br />

seconda del tipo delle sorgenti luminose, della natura dei corpi e<br />

delle loro superfici, delle loro posizioni nello spazio, ma anche in<br />

<strong>di</strong>pendenza dalle con<strong>di</strong>zioni dell'ambiente circostante, luci e<br />

oggetti interagiscono in molti mo<strong>di</strong> generando effetti più o meno<br />

noti e più o meno complessi da rappresentare. Tra questi effetti<br />

definiremo i principali, cercando <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare i parametri da cui<br />

<strong>di</strong>pendono. Ricor<strong>di</strong>amo che normalmente nella realtà più effetti si<br />

sovrappongono, determinando interferenze ed effetti risultanti più<br />

complessi.<br />

Iniziamo dagli effetti che <strong>di</strong>pendono dalla posizione<br />

reciproca <strong>di</strong> luci e oggetti. In questa categoria troviamo le ombre,<br />

la penombra e il chiaroscuro.<br />

Le ombre sono zone <strong>di</strong> oscurità o minore luminosità su una<br />

superficie, prodotte dall'interposizione <strong>di</strong> un corpo opaco tra essa<br />

e la sorgente <strong>di</strong> luce. Si <strong>di</strong>stinguono in ombre proprie, quando la<br />

superficie d'ombra appartiene al corpo stesso che la produce, e<br />

ombre portate quando l'ombra è prodotta su una superficie da un<br />

altro corpo. Il processo <strong>di</strong> costruzione grafica si basa sulla<br />

definizione della sorgente luminosa, e sull'intersezione, con le<br />

superfici interessate, <strong>degli</strong> ipotetici raggi luminosi che partono<br />

dalla sorgente.<br />

Nel <strong>di</strong>segno architettonico le ombre sono molto utilizzate, non solo<br />

nei casi maggiormente espressivi, ma anche nei <strong>di</strong>segni più tecnici<br />

e oggettivi, per suggerire l'idea della terza <strong>di</strong>mensione agevolando<br />

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