Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.
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tipo <strong>di</strong> proce<strong>di</strong>mento è noto sotto il nome <strong>di</strong> Reverse Modelling,<br />
nasce una quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> anni fa in campo meccanico e<br />
recentemente viene usato anche in architettura. Il più noto<br />
architetto ad aver adottato questa procedura creativa nei suoi<br />
progetti è certamente Frank O. Gehry.<br />
I <strong>di</strong>segni definitivi non sono più necessari qualora la produzione<br />
del progetto venga affidata a macchine a controllo numerico, il che<br />
avviene ormai <strong>di</strong>ffusamente nel campo del Design Industriale 63 ,<br />
mentre in architettura, per ovvii motivi, è ancora fantascienza,<br />
sebbene attualmente qualche pioniere si stia cimentando con la<br />
sfida <strong>di</strong> affidare alla macchina dei processi <strong>di</strong> prototipazione <strong>di</strong><br />
oggetti architettonici in <strong>di</strong>mensione reale, che cioè possono<br />
contenere al loro interno delle persone 64 .<br />
In un secondo tipo <strong>di</strong> metodo il concepimento della forma avviene<br />
<strong>di</strong>rettamente attraverso il computer. Alcuni software permettono <strong>di</strong><br />
creare e mo<strong>di</strong>ficare nello spazio virtuale superfici complesse non<br />
descrivibili con l'uso della geometria tra<strong>di</strong>zionale. In questo modo<br />
superfici anche molto complesse possono essere manipolate e<br />
solo successivamente, alle forme ottenute, si assegnano le<br />
funzioni richieste. La modellazione generativa e quella cinematica<br />
fanno parte <strong>di</strong> questo secondo tipo <strong>di</strong> metodo, le ripetute e<br />
continue mo<strong>di</strong>ficazioni spazio-temporali della forma vengono<br />
registrate come possibili varianti. Si possono ulteriormente<br />
<strong>di</strong>stinguere due approcci <strong>di</strong>versi: uno che utilizza le sole variabili<br />
spaziali, e partendo dalle sezioni variabili permette la costruzione<br />
<strong>di</strong> superfici. In questo caso vengono usati mo<strong>di</strong>ficatori spaziali<br />
(spacewarp), che generano deformazioni spaziali sugli oggetti, e<br />
sistemi particellari. L'altro introduce invece la variabile del tempo<br />
ovvero del moto: è basato su alcune tecniche come il morphing<br />
permette <strong>di</strong> controllare le trasformazioni interme<strong>di</strong>e tra una forma<br />
ed un altra; il keyframing con cui è possibile mo<strong>di</strong>ficare nel tempo,<br />
cioè in corrispondenza <strong>di</strong> ogni keyframe, ogni parametro che<br />
definisce la forma; i metaball (blob) utilizzano interazioni <strong>di</strong>namicofisiche<br />
per essere generati e mo<strong>di</strong>ficati. In ognuno <strong>di</strong> questi casi la<br />
novità sta nel fatto <strong>di</strong> usare come materiale compositivo concetti<br />
come il tempo, le forze fisiche, la luce e così via. (ad esempio<br />
Eisenman, lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dECOi, Kas Oosterhuis, Greg Lynn) 65 .<br />
In questi proce<strong>di</strong>menti progettuali il <strong>di</strong>segno funge spesso da<br />
elemento <strong>di</strong> visualizzazione <strong>di</strong> ciò che accade alla forma ed il suo<br />
ruolo assurge pertanto a quello <strong>di</strong> “controllo a posteriori”. La<br />
<strong>di</strong>fferenza con una procedura tra<strong>di</strong>zionale del <strong>di</strong>segno sta nella<br />
mancanza <strong>di</strong> prefigurazione da parte del progettista. Quando la<br />
minore complessità del progetto permetteva <strong>di</strong> seguirne l'intera<br />
trasformazione, dalla genesi all'esecuzione, attraverso azioni<br />
ricostruibili graficamente, allora il <strong>di</strong>segno era vero strumento <strong>di</strong><br />
“controllo in iter” della generazione e definizione della forma.<br />
Anche col computer è possibile eseguire graficamente tutte le<br />
tappe evolutive <strong>di</strong> certi proce<strong>di</strong>menti formali, ma sempre seguendo<br />
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