Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.
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luminosa era possibile tracciare, <strong>di</strong>rettamente su uno schermo,<br />
delle sottili linee bianche e, con coman<strong>di</strong> <strong>di</strong>gitati sulla tastiera, si<br />
potevano connettere <strong>di</strong>versi punti stabiliti sullo schermo; poi con<br />
altri coman<strong>di</strong> a tastiera si potevano spostare gli oggetti sullo<br />
schermo, scalarli, ruotarli, ribaltarli. Questa invenzione suscitò<br />
grande meraviglia ed entusiasmo nel pubblico esperto, e si<br />
cominciarono a prefigurare i suoi possibili sviluppi, una volta che,<br />
reso accessibile economicamente, fosse stato introdotto negli<br />
<strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> progettazione. Secondo le fantasiose aspettative della<br />
critica, il computer, nel futuro, avrebbe potuto interpretare gli<br />
schizzi manuali dell'architetto ed eseguire automaticamente i<br />
passaggi progettuali successivi sino a pervenire agli <strong>stu<strong>di</strong></strong><br />
strutturali, alle visioni prospettiche ed agli elaborati esecutivi.<br />
Nei successivi decenni, la tecnologia dell'hardware si era evoluta<br />
rapidamente, determinando l'abbassamento dei prezzi. Così<br />
nacquero le prime società per la produzione <strong>di</strong> software per il<br />
<strong>di</strong>segno, i cosiddetti programmi CAD, e si misero nel mercato dei<br />
pacchetti comprendenti hardware, software e assistenza tecnica.<br />
Gli architetti furono allora affascinati dall'idea che questo<br />
strumento potesse facilitare e rendere più accurata la redazione<br />
del progetto. Uno dei primi applicativi per la progettazione ad<br />
essere commercializzato fu il BOP (Buil<strong>di</strong>ng Optimization<br />
Program) che era già stato usato negli anni Sessanta dal pioniere<br />
<strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> Skidmore, Owings & Merrill. Le aspettative dei progettisti<br />
erano che il computer riuscisse ad eseguire automaticamente,<br />
velocemente ed in modo preciso operazioni <strong>di</strong> progetto come i<br />
computi <strong>di</strong>mensionali, le misure strutturali, i fabbisogni <strong>di</strong><br />
superficie, gli aspetti economici, elaborando i <strong>di</strong>segni <strong>di</strong>rettamente<br />
dai dati. Un altro aspetto favorito dall'uso del computer nella<br />
progettazione fu la standar<strong>di</strong>zzazione: le caratteristiche specifiche<br />
delle parti industrializzate, pronte per l'assemblaggio, erano tutte<br />
contenute nel computer, il quale poteva essere guidato per la loro<br />
combinazione. Ci si iniziava a chiedere se fosse possibile<br />
finalizzare il computer alla guida <strong>di</strong> altre macchine in grado <strong>di</strong><br />
costruire un e<strong>di</strong>ficio senza l'intervento umano, praticamente una<br />
prefigurazione <strong>degli</strong> attuali processi CAM (Computer Aided<br />
Manifacture).<br />
Lo strumento parve anche <strong>di</strong>mostrare un certa agevolazione per la<br />
modellazione <strong>di</strong> superfici complesse e consentire dunque una<br />
maggior libertà <strong>di</strong> strutture e forme.<br />
Inoltre si sviluppavano applicativi in grado <strong>di</strong> produrre simulazioni<br />
che introducevano anche la <strong>di</strong>mensione temporale ed erano in<br />
grado <strong>di</strong> emulare gli aspetti meteo-atmosferici.<br />
Nonostante queste potenzialità, la personalità e soggettività <strong>degli</strong><br />
architetti non riusciva ad esprimersi attraverso i nuovi strumenti e<br />
negli anni Settanta si <strong>di</strong>ffusero i cosiddetti design methods.<br />
Nacque, ad esempio Flatwriter, un programma che consentiva a<br />
chiunque <strong>di</strong> progettare un proprio spazio, e che fu ideato da Yona<br />
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