Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.
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globale del progetto è comunque soggetta a forti riduzioni <strong>di</strong> scala,<br />
e quin<strong>di</strong> a visioni generalmente dall'alto. Inoltre trova larghissima<br />
espressione nel <strong>di</strong>segno cartografico e planimetrico sempre alla<br />
grande scala, richiedendo dunque convenzioni e simbologie <strong>di</strong>verse<br />
rispetto al <strong>di</strong>segno del progetto architettonico.<br />
Lo spazio architettonico, invece, è uno spazio circoscritto e come<br />
tale esprimibile con maggior dettaglio. Nel suo <strong>di</strong>segno appare<br />
maggiormente l'esigenza <strong>di</strong> rappresentare visioni dall'interno, o<br />
comunque in cui si legge imme<strong>di</strong>atamente il raffronto <strong>di</strong>mensionale<br />
con la figura umana. Il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> un'architettura progettata mette<br />
quin<strong>di</strong> in gioco il repertorio dell'immaginario dell'architetto, che<br />
nasce dalla sua <strong>di</strong>retta esperienza spaziale e dalla sua capacità <strong>di</strong><br />
tradurre in immagine la percezione che ha dello spazio. Alcuni<br />
sostengono che l'”intuizione spaziale”, frutto dell'esperienza<br />
personale del progettista, assieme ai sostegni grafici che la<br />
rappresentazione fornisce al pensiero, sono alla base della capacità<br />
<strong>di</strong> immaginare, progettare e <strong>di</strong>segnare spazi più o meno articolati<br />
sia dal punto <strong>di</strong> vista formale che espressivo 16 . E proprio per questa<br />
valenza interiore, che la rappresentazione dell'architettura ha in<br />
comune con la concezione spaziale, si può asserire con le parole <strong>di</strong><br />
Gie<strong>di</strong>on che<br />
«non esiste e non può esistere un’arte o un metodo <strong>di</strong><br />
rappresentazione visiva <strong>degli</strong> oggetti che non sia organicamente<br />
connesso con la concezione dello spazio del proprio periodo» 17 .<br />
Un secondo or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> riflessioni nasce invece dal confronto<br />
tra l'oggetto del progetto architettonico e l'oggetto del progetto <strong>di</strong><br />
design. Nel secondo caso infatti l'oggetto è <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni,<br />
contenibili in uno spazio. La rappresentazione del suo progetto<br />
risente <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> fondo nel momento in cui non sente<br />
quasi mai l'esigenza <strong>di</strong> sfruttare il metodo prospettico, non<br />
sussistendo la possibilità <strong>di</strong> una visione immersiva. I <strong>di</strong>segni, per<br />
esempio, <strong>di</strong> oggetti <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni sono generalmente gestiti<br />
in proiezione parallela. Nel caso del design, ma questo è un fatto <strong>di</strong><br />
natura tecnologica, inoltre, l'uso del <strong>di</strong>segno esecutivo sta tendendo<br />
a scomparire per la <strong>di</strong>ffusione della possibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo <strong>di</strong>retto tra<br />
macchine, una che fornisce le in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> progetto e una che le<br />
esegue automaticamente.<br />
In definitvia, poiché il <strong>di</strong>segno del progetto architettonico si<br />
caratterizza come la configurazione <strong>di</strong> uno spazio, in esso non è<br />
necessario fornire solo dati <strong>di</strong> un oggetto singolo, ma anche del<br />
rapporto <strong>di</strong> questo con altri oggetti, che ne compongono il<br />
complesso, e con gli elementi del contesto a cui appartiene. Per il<br />
progetto d'architettura allora, l'arma del <strong>di</strong>segno non deve servire<br />
solo a rappresentare un oggetto come fosse astratto dal mondo che<br />
lo circonda, ma deve descriverne i complessi rapporti formali<br />
interni, anche in rapporto con un contesto spaziale che lo contiene,<br />
e determina influenze reciproche.<br />
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