Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.
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altro non sia che una apparente espressione e <strong>di</strong>chiarazione del<br />
concetto che si ha nell'animo, e <strong>di</strong> quello che altri si è nella mente<br />
imaginato e fabbricato nell'idea» 45<br />
E quando il <strong>di</strong>segno inizia a delinearsi come scienza esatta, la<br />
convinzione delle potenzialità euristiche che esso possiede nella<br />
interpretazione dello spazio, e dunque nella concezione e<br />
concretizzazione <strong>di</strong> un progetto architettonico, è ormai certa e<br />
definita. Gaspard Monge dava della della geometria descrittiva<br />
questa definizione<br />
«una lingua necessaria all'uomo <strong>di</strong> genio che concepisce un<br />
progetto, a quelli che devono <strong>di</strong>rigerne l'esecuzione, infine agli<br />
artisti che devono essi stessi eseguirne le <strong>di</strong>verse parti...un mezzo<br />
per ricercare la verità» 46 .<br />
4.7. Conclusioni<br />
Abbiamo ormai compiuto questo viaggio attraverso la storia,<br />
osservando <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> progetti architettonici in tutte le loro forme<br />
ed espressioni. La ricerca ha voluto articolarsi me<strong>di</strong>ante la<br />
sud<strong>di</strong>visione in argomenti, spinta ogni volta da considerazioni che<br />
emergevano dall'osservazione <strong>degli</strong> esempi, con la<br />
consapevolezza delle innumerevoli possibilità <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento<br />
rimaste inesplorate. La varietà <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni possibili è infatti infinita,<br />
poiché ogni progetto può introdurre delle esigenze espressive<br />
particolari e poiché il <strong>di</strong>segno è anche un'espressione soggettiva<br />
e, come tale, è suscettibile dell'introduzione <strong>di</strong> elementi personali<br />
dell'architetto.<br />
È emerso come i mo<strong>di</strong> con cui il <strong>di</strong>segno si è relazionato al<br />
progetto si sono evoluti, nei secoli, attraverso fattori costanti ed<br />
altri varianti, a seconda del contesto culturale e scientifico in cui si<br />
inseriscono, e quin<strong>di</strong> a seconda delle scoperte geometriche che lo<br />
sostengono, delle ideologie concettuali che lo accompagnano,<br />
delle personalità creative che lo generano, delle architetture che<br />
deve rappresentare, <strong>degli</strong> strumenti che lo realizzano.<br />
Come emerge nella maggior parte dei pensieri critici citati, è<br />
comune la convinzione che il <strong>di</strong>segno abbia un ruolo formatore nel<br />
progetto architettonico, tanto da assurgere a suo mezzo<br />
espressivo per eccellenza.<br />
Cercando <strong>di</strong> definire universalmente il rapporto <strong>di</strong>segno-progetto,<br />
nella sua evoluzione storica, si possono in<strong>di</strong>viduare <strong>degli</strong> elementi<br />
<strong>di</strong> continuità tra le regole espressive, una sorta <strong>di</strong> filo conduttore<br />
che determina la coesione in questo rapporto.<br />
In sintesi, questi fattori <strong>di</strong> continutà, nel rapporto <strong>di</strong>segno-progetto,<br />
possono sostanzialmente riassumersi così.<br />
Il <strong>di</strong>segno è prima <strong>di</strong> tutto un simbolo, e dunque esprime un<br />
linguaggio. Pur potendo spaziare dalla sintesi estrema alla<br />
simulazione più realistica, esso determina comunque un'immagine<br />
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