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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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applicazione concreta.<br />

Per un linguaggio razionalista, in cui forme e funzioni sono<br />

ancora controllabili nel piano cartesiano, le modalità <strong>di</strong><br />

rappresentazione osservate sinora, sono ancora adeguate.<br />

I <strong>di</strong>segni progettuali ripropongono gli insegnamenti del passato;<br />

meto<strong>di</strong> e tecniche si combinano in infinite possibilità, trovando a<br />

volte espressioni originali e innovative, e <strong>di</strong>fferenziandosi da<br />

autore ad autore. Alcune ideologie <strong>di</strong> progetto, come già era<br />

avvenuto in passato, trovano la loro naturale ed esclusiva forma <strong>di</strong><br />

comunicazione nel metodo assonometrico, che <strong>di</strong>venta in questo<br />

modo l'icona <strong>di</strong> uno stile o <strong>di</strong> un processo generativo. E così,<br />

riconoscibili metodologie progettuali, impostate sull'uso <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>agrammi a griglia e slittamenti ortogonali tra<br />

loro, si incarnano nel metodo assonometrico<br />

facendone <strong>di</strong> sicuro un necessario supporto<br />

progettuale. Ne sono esempio i <strong>di</strong>segni <strong>di</strong><br />

progetto <strong>di</strong> Oswald Mathias Ungers, James<br />

Stirling, ma anche progetti <strong>di</strong> Eisenman <strong>degli</strong><br />

anni Ottanta (figura 11). L'assonometria infatti è<br />

ideale per il controllo formale in fase<br />

compositiva, sino a quando le operazioni<br />

effettuate sugli elementi si possono ricondurre a<br />

operazioni facilmente riferibili ai tre assi<br />

cartesiani: traslazioni, sovrapposizioni, rotazioni,<br />

<strong>di</strong> cui visivamente si intuisce la <strong>di</strong>rezione e<br />

l'entità.<br />

Con l'aumentare della complessità dovuta alle<br />

prime sperimentazioni formali, che si sviluppano a partire dagli<br />

anni Ottanta, i progetti trovano una loro esigenza espressiva<br />

particolare, ancor prima della <strong>di</strong>ffusione <strong>degli</strong> strumenti <strong>di</strong>gitali. La<br />

necessità <strong>di</strong> evidenziare i rapporti volumetrici, traslazioni,<br />

inclinazioni e rotazioni <strong>degli</strong> elementi, impone a livello<br />

rappresentativo l'uso obbligato <strong>di</strong> viste tri<strong>di</strong>mensionali, e l'uso delle<br />

ombre portate, sia nel metodo tri<strong>di</strong>mensionale che nelle proiezioni<br />

ortogonali (figura 12).<br />

La prospettiva invece, come in passato, sembra essere preferita<br />

per questioni <strong>di</strong> verifica percettiva, viene<br />

usata per viste <strong>di</strong> inserimento nel contesto e<br />

viste <strong>di</strong> interni.<br />

Nel passaggio dall'uso <strong>degli</strong> strumenti<br />

tra<strong>di</strong>zionali a quelli <strong>di</strong>gitali, assisteremo<br />

invece ad un deciso ritorno del <strong>di</strong>segno <strong>di</strong><br />

progetto al metodo prospettico. Ciò, come<br />

spiegheremo nel prossimo paragrafo<br />

de<strong>di</strong>cato alla verifica prospettica come<br />

strumento progettuale, deriva<br />

probabilmente dalla possibilità interattiva<br />

offerta dal mezzo <strong>di</strong>gitale, e dal<br />

63<br />

11. Peter Eisenman,<br />

progetto Fin d'Ou T<br />

Hou S, 1983. Disegno<br />

<strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o<br />

11<br />

12. Peter Eisenman,<br />

Guar<strong>di</strong>ola House,<br />

Puerto De Santa<br />

Maria, Ca<strong>di</strong>ce, 1988.<br />

Prospetto ovest<br />

12

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