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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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«La rappresentazione comincia a informare l'opera e a fornire<br />

spunti» e ancora «Continuo a ritenere che anche nei progetti più<br />

recenti, per i quali abbiamo usato il computer, la pianta<br />

bi<strong>di</strong>mensionale sia tuttora fondamentale. Il computer mostra che<br />

cosa si può vedere da <strong>di</strong>versi, selezionati, punti <strong>di</strong> vista, ma io<br />

sono dell'idea che non conferisca sufficiente trasparenza, che<br />

l'elaborato rimanga troppo opaco. Non solo, penso che il suo<br />

effetto sia molto più gradevole sullo schermo rispetto a quando<br />

viene stampato sulla carta, perché lo schermo dà luminosità. E<br />

poi, se si paragona la resa manuale a quella del computer,<br />

bisogna riconoscere che il <strong>di</strong>segno e la pittura consentono <strong>di</strong><br />

improvvisare molto <strong>di</strong> più. Quando si lavora sul <strong>di</strong>segno è possibile<br />

raggiungere via via un grado <strong>di</strong> concettualizzazione al quale, per<br />

<strong>di</strong>verse ragioni, non si perviene usando il computer […] La<br />

tecnologia permette <strong>di</strong> fare molte cose, ma non <strong>di</strong> raggiungere lo<br />

stesso grado <strong>di</strong> astrazione. Quando si <strong>di</strong>segna a mano una<br />

prospettiva, si può decidere <strong>di</strong> evidenziare certe cose e <strong>di</strong><br />

tralasciarne altre. Non accade lo stesso quando si usa il wireframing.<br />

[...] In ogni caso, siccome siedo davanti agli schermi <strong>di</strong><br />

quin<strong>di</strong>ci, venti computer che posso simultaneamente consultare,<br />

mi vengono forniti ancora ulteriori spunti. È possibile vedere<br />

contemporaneamente sezione, pianta e <strong>di</strong>verse prospettive solide<br />

in movimento che mentalmente possono essere configurate<br />

secondo altrettante possibilità. Non saprei <strong>di</strong>re se questo<br />

indebolisca o rafforzi la percezione del progetto. A mio parere è un<br />

metodo alternativo. Del resto, continuiamo a costruire plastici, e io<br />

a produrre schizzi» 40 .<br />

In questa intervista emerge un attaccamento al <strong>di</strong>segno manuale<br />

molto significativo, se si pensa all'importanza che lo strumento<br />

<strong>di</strong>gitale assume nei progetti della Ha<strong>di</strong>d. L'architetto afferma infatti<br />

che il <strong>di</strong>segno a mano possiede una capacità <strong>di</strong> astrazione maggiore<br />

rispetto a quello <strong>di</strong>gitale. La moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> elaborati, prodotti<br />

attraverso il computer, è eseguita dai collaboratori e viene utilizzata<br />

come materiale progettuale affiancandolo ancora ai meto<strong>di</strong><br />

tra<strong>di</strong>zionali. In questa affermazione si intravede la <strong>di</strong>stanza che lo<br />

strumento <strong>di</strong>gitale ha ancora nei confronti della forma mentale<br />

interpretata dal <strong>di</strong>segno.<br />

A questo proposito mi piace fare riferimento ad una definizione del<br />

<strong>di</strong>segno data da Purini, che ne eleva il ruolo a quello <strong>di</strong> linguaggio<br />

privilegiato dell'architettura. In questo modo il <strong>di</strong>segno si trova legato<br />

in<strong>di</strong>ssolubilmente all'idea <strong>di</strong> progetto,<br />

«il <strong>di</strong>segno è una delle tre forme-pensiero primarie<br />

dell'architettura...non è, quin<strong>di</strong>, uno strumento <strong>di</strong> rappresentazione<br />

delle idee ma il luogo stesso <strong>di</strong> formazione dell'idea» 41 .<br />

In questo senso il <strong>di</strong>segno è una prefigurazione del risultato<br />

progettuale, e pertanto possiede anche una sorta <strong>di</strong> funzione<br />

ambigua, <strong>di</strong> copia dal valore autonomo dell'opera architettonica. E<br />

altrove riba<strong>di</strong>sce che<br />

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