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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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«La vera vista dell'architetto è il <strong>di</strong>segno. Il segno grafico possiede<br />

una capacità separatrice dei corpi che non ha eguali nella sua<br />

incisività chirurgica» 42 .<br />

Del resto, il Purini non è l'unico né il primo a pensarla così. Per<br />

Aldo Rossi il progetto contiene già tutto il necessario per essere<br />

considerato reale, e dunque il <strong>di</strong>segno coincide esattamente con il<br />

pensiero stesso dell'architetto, un progetto<br />

«...è una anticipazione, una presa <strong>di</strong> coscienza della realtà e<br />

quin<strong>di</strong> tutt'altro che utopia. […] non c'è dopo il progetto alcuna<br />

sorpresa <strong>di</strong> fronte al cantiere. […] tra gli schizzi, i <strong>di</strong>segni e la<br />

realizzazione della mia architettura, vi è assoluta coerenza. […] Io<br />

credo che i <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> architettura siano negativi o aberranti<br />

quando non rispondono all'esigenza <strong>di</strong> tradurre un preciso motivo<br />

architettonico attraverso il <strong>di</strong>segno; […] per me il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong><br />

architettura è molto importante quando coincide con un lavoro, un<br />

pensiero sulla forma» 43 .<br />

Anche Gaspare De Fiore ha osservato che<br />

«L'idea architettonica è un'idea “<strong>di</strong>segnata”. L'idea <strong>di</strong><br />

un'architettura è dovuta a <strong>di</strong>versi e molteplici fattori, è<br />

conseguenza <strong>di</strong> un complesso <strong>di</strong> parametri costruttivi culturali ed<br />

estetici, ma per <strong>di</strong>ventare veramente architettura occorre che<br />

questi parametri si organizzino veramente in un <strong>di</strong>segno, cioè in<br />

una forma pensata, “vista” nella fantasia. […] È <strong>di</strong>fficile pensare ad<br />

un'architettura non “prevista” in un progetto: chi immagina<br />

un'architettura, la progetta nella sua fantasia, la vedrà “<strong>di</strong>segnata”<br />

e prima o poi, per realizzarla, dovrà <strong>di</strong>segnarla. Ma ancora prima,<br />

anche se materialmente non lo fa con un pezzo <strong>di</strong> carbone sulla<br />

carta o sul muro, il progettista ha fatto un “<strong>di</strong>segno” della sua<br />

architettura; ha immaginato quello spazio e ne ha “previsto” gli<br />

elementi per realizzarlo. […] Tutto questo, mentre stabilisce da<br />

una parte che l'architettura esiste solo se è costruita, così dall'altra<br />

conferma come il <strong>di</strong>segno preceda l'architettura, presente come<br />

idea e come segno organizzato e logico» 44 .<br />

L'idea <strong>di</strong> un <strong>di</strong>segno come forma mentale dell'architettura, come<br />

linguaggio grafico organizzato della sua analisi e comprensione,<br />

senza il quale, insomma, il progetto non potrebbe nascere né<br />

tantomeno essere realizzato, esiste probabilmente da quando il<br />

<strong>di</strong>segno acquista una sua <strong>di</strong>gnità artistica, ed una controllabilità<br />

scientifica. Il Vasari, ad esempio, ci lascia scritto che<br />

«Perché il <strong>di</strong>segno, padre delle tre arti nostre, architettura, scultura<br />

e pittura, procedendo dall'intelletto cava <strong>di</strong> molte cose un giu<strong>di</strong>zio<br />

universale, simile a una forma ovvero idea <strong>di</strong> tutte le cose della<br />

natura, la quale è regolarissima nelle sue misure, <strong>di</strong> qui è, che non<br />

solo ne i corpi umani e <strong>degli</strong> animali, ma nelle piante ancora e<br />

nelle fabriche e sculture e pitture, cognosce la proporzione che ha<br />

il tutto con le parti e che hanno le parti fra loro e col tutto insieme.<br />

E perché da questa cognizione nasce un certo concetto e giu<strong>di</strong>zio,<br />

che si forma nella mente quella tal cosa che poi è espressa con le<br />

mani si chiama <strong>di</strong>segno, si può conchiudere che esso <strong>di</strong>segno<br />

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