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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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strumento. Tuttavia, sfido la maggior parte dei comuni mortali ad<br />

essere in grado <strong>di</strong> comprendere pienamente i meccanismi che<br />

conducono dall'immissione dei dati alla loro visualizzazione, ed è<br />

per questo che sono <strong>di</strong>ffidente verso la convinzione <strong>di</strong> chiamarlo<br />

<strong>di</strong>segno: manca infatti quel rapporto <strong>di</strong>retto con lo strumento che ci<br />

permette <strong>di</strong> prefiguraci il risultato visivo nel tracciare un segno. È<br />

incre<strong>di</strong>bile che siamo arrivati a questo grado <strong>di</strong> alienazione nei<br />

confronti dello strumento, al solo pensare che le prime interfacce<br />

grafiche <strong>di</strong>gitali nacquero con l'intento <strong>di</strong> imitare la gestualità della<br />

mano che <strong>di</strong>segna 55 .<br />

Per spiegare meglio la <strong>di</strong>stinzione introdotta, illustro un piccolo<br />

schema, che interpreta l'atto <strong>di</strong> <strong>di</strong>segnare un segmento in tre<br />

<strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong> (figura 17). Nel primo caso, collegando con una<br />

matita due punti A e B ottengo un segmento, che vedo inverarsi in<br />

tempo reale come una linea <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni definite che giace su un<br />

supporto fisico bi<strong>di</strong>mensionale. Il segno è collegato allo strumento<br />

il quale è collegato alla mano che infine è collegata <strong>di</strong>rettamente al<br />

cervello umano. Segno, strumento e mano si muovono<br />

simultaneamente e analogamente sullo stesso piano. Poiché l'atto<br />

del <strong>di</strong>segno si esplica nel gesto<br />

spontaneo e semplice, il cervello<br />

non ha necessità <strong>di</strong> elaborare<br />

coman<strong>di</strong> complessi per controllare il<br />

processo. L'esempio è tanto<br />

semplice da sembrare banale, ma<br />

se faccio la stessa cosa col<br />

computer, collego i due punti<br />

trascinando il selezionatore con il<br />

mouse: ho effettuato un<br />

proce<strong>di</strong>mento analogo. Con la<br />

<strong>di</strong>fferenza che lo strumento non è<br />

collegato <strong>di</strong>rettamente e fisicamente<br />

al segno, perché il passaggio<br />

avviene tramite calcoli, che la mano<br />

è collegata al segno tramite il<br />

mouse e quin<strong>di</strong> si muove sempre<br />

simultaneamente e analogamente<br />

ma non sullo stesso piano. Infine il<br />

cervello che impartisce gli or<strong>di</strong>ni per<br />

svolgere il processo del <strong>di</strong>segno, è<br />

costretto a elaborare ragionamenti<br />

più complessi che richiedono un<br />

maggior numero <strong>di</strong> nozioni<br />

intellettuali per far funzionare lo<br />

strumento. In questo secondo caso<br />

si può parlare comunque ancora <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>segno in senso tra<strong>di</strong>zionale,<br />

poiché permane la componente <strong>di</strong><br />

72<br />

17. Schema che<br />

illustra il rapporto<br />

uomo-<strong>di</strong>segno in<br />

<strong>di</strong>versi casi <strong>di</strong> utilizzo<br />

dello strumento grafico<br />

17

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