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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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alla capacità del suo autore, e non è generalmente filtrata da<br />

processi ragionati e controllati, poiché il destinatario del <strong>di</strong>segno è<br />

spesso lo stesso autore, o al massimo qualcuno <strong>di</strong>rettamente<br />

coinvolto nell'interpretazione del suo segno grafico.<br />

Il secondo caso, invece, è quello del <strong>di</strong>segno destinato alla<br />

<strong>di</strong>vulgazione dei contenuti dell'opera progettata. In questo caso la<br />

gamma <strong>di</strong> possibilità si complica, perché estremamente vario è il<br />

repertorio <strong>di</strong> contenuti possibili da esprimere ed anche il tipo <strong>di</strong><br />

pubblico a cui il <strong>di</strong>segno si rivolge. Il metodo e la tecnica devono<br />

essere in grado <strong>di</strong> trasmettere il contenuto desiderato in modo<br />

convincente, coinvolgendo la sfera percettiva ed emotiva del<br />

destinatario. L'aspettativa estetica, che il destinatario della<br />

fruizione visiva del <strong>di</strong>segno ha nei confronti <strong>di</strong> questo, è<br />

fondamentale per la definizione delle qualità espressive del<br />

<strong>di</strong>segno, e <strong>di</strong>pende fortemente dal suo substrato culturale.<br />

Mentre il <strong>di</strong>segno oggettivo, cioè dalla funzione strumentale e<br />

convenzionale, è più devoto nella scelta dei meto<strong>di</strong> grafici delle<br />

proiezioni parallele, anche se abbiamo visto che possono esistere<br />

delle eccezioni, il <strong>di</strong>segno soggettivo spazia con più <strong>di</strong>sinvoltura<br />

nella scelta del metodo ed anche delle tecniche <strong>di</strong><br />

rappresentazione. Anche se la prospettiva ha insita una<br />

soggettività dovuta alla sua essenza geometrica, non è scontato<br />

che contrad<strong>di</strong>stingua i <strong>di</strong>segni più espressivi. Basti infatti pensare<br />

che spesso, nel momento creativo, si ricorre alla definizione <strong>di</strong><br />

piante e alzati che sono pertanto intrise della personalità<br />

dell'autore, e che invece alcune vedute prospettiche possono<br />

essere prive <strong>di</strong> contenuti grafici espressivi e risultano pertanto<br />

oggettivamente interpretabili.<br />

Il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> progetto non ha un'autonomia espressiva totale, ma è<br />

strettamente vincolato ai contenuti dell'architettura rappresentata.<br />

Quando si assiste ad un allontanamento del <strong>di</strong>segno dalla<br />

comunicazione <strong>di</strong> elementi concretamente realizzabili, questo<br />

<strong>di</strong>venta completamente autonomo ma, come vedremo a breve, è<br />

destinato a esistere solo come progetto <strong>di</strong> architetture<br />

immaginarie.<br />

Inoltre, l'espressività è fortemente influenzata dall'ambiente<br />

culturale e dalla corrente artistica a cui appartiene. La personalità<br />

grafica dell'architetto si muove quasi sempre in sintonia con le<br />

tendenze estetiche del suo tempo e del suo movimento artistico<br />

d'appartenenza. Infine la facoltà espressiva <strong>di</strong>pende anche dalle<br />

possibilità grafiche offerte dagli strumenti da <strong>di</strong>segno.<br />

Il carattere espressivo <strong>di</strong> un <strong>di</strong>segno può nascere sia in maniera<br />

istintiva, quando l'autore vi sia naturalmente portato, sia in<br />

maniera ricercata, con un'adeguata conoscenza dei meccanismi<br />

della percezione visiva e delle tecniche grafiche della<br />

rappresentazione.<br />

Se proviamo a guardare al passato per cercare <strong>degli</strong> esempi,<br />

scopriamo che più è forte la relazione dell'architettura progettata<br />

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