Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.
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grafico. E non è detto neppure che il <strong>di</strong>segno tecnico oggettivo<br />
non possa coincidere con l'uso si tecniche a mano libera. Tutto è<br />
consentito, purché il <strong>di</strong>segno resti comunque univocamente<br />
interpretabile e trasmetta concetti scientificamente atten<strong>di</strong>bili<br />
(figura 8).<br />
Chiaramente le proiezioni parallele, ossia il metodo della<br />
proiezione assonometrica e quello della proiezione ortogonale,<br />
sono più in<strong>di</strong>cati per la trasmissione <strong>di</strong> dati oggettivi, poiché le<br />
misure e le proporzioni sono anche imme<strong>di</strong>atamente confrontabili.<br />
Pertanto la maggior parte dei <strong>di</strong>segni tecnici si esprime attraverso<br />
questi meto<strong>di</strong>. Tuttavia anche un <strong>di</strong>segno in prospettiva può avere<br />
un certo valore oggettivo, qualora in esso si persegua l'uso <strong>di</strong><br />
segni che mirino alla comunicazione del solo significato<br />
geometrico.<br />
Leon Battista Alberti era talmente convinto del sufficiente grado <strong>di</strong><br />
oggettività che rendeva il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> progetto totalmente non<br />
frainten<strong>di</strong>bile, da affermare che, una volta eseguiti tutti i grafici <strong>di</strong><br />
progetto, l'architetto si sarebbe potuto <strong>di</strong>sinteressare <strong>di</strong> tutte le fasi<br />
successive <strong>di</strong> realizzazione dell'opera, in quanto queste erano già<br />
tutte esaurientemente analizzate nel progetto, ed il loro risultato<br />
finale era potenzialmente scontato 25 .<br />
Di contro, esiste una sfera soggettiva del <strong>di</strong>segno che<br />
appartiene intimamente alla personalità artistica del suo autore.<br />
Questo aspetto si manifesta nella <strong>di</strong>fferenziazione grafica del<br />
<strong>di</strong>segno, con conseguente <strong>di</strong>scostamento dalla co<strong>di</strong>ficazione<br />
simbolica, verso una maggiore volontà espressiva. La sfera<br />
espressiva del <strong>di</strong>segno è tesa alla comunicazione <strong>di</strong> precisi<br />
contenuti ma non necessariamente è universalmente<br />
interpretabile. Infatti la soggettività risiede non solo nel creatore<br />
del <strong>di</strong>segno ma anche nel destinatario, che lo interpreta secondo<br />
la propria esperienza e sensibilità. Le finalità espressive <strong>di</strong> questo<br />
<strong>di</strong>segno sono maggiormente legate alla sfera percettiva, e ad un<br />
“contenuto emotivo” dell'idea progettuale 26 .<br />
Nella storia del <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> progetto questo aspetto si è accentuato<br />
dal momento in cui il <strong>di</strong>segno ha iniziato a concquistare una certa<br />
autonomia artistica, e <strong>di</strong>ventare oggetto <strong>di</strong> ammirazione in se<br />
stesso, e non solo per l'opera architettonica che rappresentava.<br />
Da allora si può <strong>di</strong>re che il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> progetto abbia preso due<br />
strade <strong>di</strong>fferenti, una del grafico oggettivo e convenzionale, e<br />
l'altra del <strong>di</strong>segno espressivo, dovuto ad un'interpretazione<br />
soggettiva. Come si è già detto, tale <strong>di</strong>stinzione è<br />
fondamentalmente dovuta alla finalità comunicativa dell'elaborato<br />
progettuale. La massima espressività si può riscontrare in due casi<br />
dalla funzione <strong>di</strong>fferente. Il primo è il caso dello schizzo manuale,<br />
col quale l'architetto intende immortalare rapidamente le immagini<br />
mentali dell'idea progettuale. L'espressività <strong>di</strong> questo gesto grafico<br />
si genera da un atto impulsivo ed intuitivo profondamente legato<br />
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