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Rivista italiana di numismatica e scienze affini - Medievalcoinage.com

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LA ZECCA DI REGGIO EMILIA 203<br />

placito de tutti i soprastanti et suoi successori , pure<br />

(forse <strong>di</strong>etro richiesta dello stesso Signoretti che<br />

dovette assentarsi da Reggio) l'affitto fu sciolto e il 30<br />

gennaio del susseguente 1544 si concesse la fabbrica<br />

dei bagattini, per un anno, ad altro della stessa fa-<br />

miglia, Bernar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Alessandro Signoretti. Questi,<br />

mantenuti i patti precedenti , s'impegnò <strong>di</strong> coniare<br />

cento pesi almeno <strong>di</strong> bagattini, <strong>di</strong>chiarando voler fare<br />

pulcras impressiones seti stampas; il conduttore poi<br />

avrebbe lasciato che la moglie del precedente loca-<br />

tario, Anna, (colla quale forse il Comune voleva sod-<br />

<strong>di</strong>sfare obblighi assunti col marito <strong>di</strong> lei) facesse<br />

stampare a suo piacimento parte <strong>di</strong> essi bagattini,<br />

con altri <strong>com</strong>i. Contemporaneamente gli Anziani nominavano<br />

Simone dal Borgo e Gio. Battista Mari,<br />

reggiani, all'ufficio <strong>di</strong> pesare e descrivere i nuovi<br />

bagattini, collo stipen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> quattrocento sol<strong>di</strong> impe-<br />

riali per ciascuno C 60 ).<br />

Passiamo ora alla zecca delle monete d'oro e<br />

d'argento.<br />

Il Comune, che voleva affidare un ramo cos'i<br />

importante della pubblica amministrazione a persone<br />

capaci, e che potessero mantenere i patti delle con-<br />

venzioni, concedeva, il 5 marzo 1543, per un anno,<br />

la zecca dell'oro e dell'argento a Nicola Signoretti.<br />

La somma da pagarsi dal nuovo locatario fu<br />

stabilita in lire trecento per ogni mille e cento libbre<br />

<strong>di</strong> moneta d'argento da coniarsi, oltre lire sessanta<br />

imperiali da sborsarsi entro l'anno :<br />

se<br />

si battessero<br />

più <strong>di</strong> libbre mille e cento dovesse pagare sol<strong>di</strong> tre<br />

per libbra ; per ogni libbra d'oro fabbricato in zecca<br />

invece dovesse pagare ventiquattro sol<strong>di</strong> imperiali :<br />

per manifattura <strong>di</strong> libbra d'oro potesse prendere lire<br />

(60) V. Documento XXIII.

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