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Dispense del corso di Elementi di Fisica della Materia - Skuola.net

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104 CAPITOLO 6. STRUTTURA DELLA MATERIA<br />

un’energia minima per estrarre elettroni da esso, detta funzione <strong>di</strong> lavoro W .<br />

Un fotone con frequenza ν ed energia hν, tirerà fuori un elettrone con energia<br />

E = hν − W , da cui la <strong>di</strong>pendenza lineare dalla frequenza. In particolare,<br />

per frequenze minori <strong>di</strong> ν0 = W/h il fotone non riesce a liberare l’elettrone<br />

dal metallo e l’effetto fotoelettrico non avviene. L’effetto fotoelettrico ha<br />

applicazioni importantissime nella tecnologia: una cellula fotoelettrica è un<br />

elemento <strong>di</strong> circuito attraverso la quale si ha passaggio <strong>di</strong> corrente solo quando<br />

essa viene colpita da luce, ed essa viene usata nei cancelli, nei sensori <strong>di</strong><br />

luce, eccetera...<br />

6.1.4 Natura duale <strong>del</strong>la ra<strong>di</strong>azione<br />

Nell’effetto fotoelettrico Einstein ipotizzò che la ra<strong>di</strong>azione elettromag<strong>net</strong>ica<br />

fosse composta da particelle, i fotoni, dandone piena spiegazione. Ad esse<br />

associò anche una quantità <strong>di</strong> moto p = E/c = hν/c = h/λ. D’altronde,<br />

altre esperienze, come quella <strong>di</strong> Young, non sono comprensibili se non in base<br />

alla natura ondulatoria <strong>del</strong>la ra<strong>di</strong>azione. La domanda a questo punto è<br />

spontanea: la ra<strong>di</strong>azione ha natura corpuscolare od ondulatoria ? La risposta<br />

è: entrambe. Dipende dal particolare tipo <strong>di</strong> esperienza, che ne metterà<br />

in risalto una <strong>di</strong> esse, ma a scapito <strong>del</strong>l’altra, come sancito dal principio <strong>di</strong><br />

complementarietà: in nessuna esperienza è possibile mettere in risalto contemporaneamente<br />

la natura corpuscolare ed ondulatoria <strong>del</strong>la ra<strong>di</strong>azione.<br />

Ad ogni modo, nell’interazione tra ra<strong>di</strong>azione e materia, gli aseptti corpuscolari<br />

<strong>di</strong>ventano via via predominanti all’aumentare <strong>del</strong>l’energia, e quin<strong>di</strong> <strong>del</strong>la<br />

frequenza. Quin<strong>di</strong>, mentre per le ra<strong>di</strong>oonde l’aspetto ondulatorio è dominante,<br />

per la luce si comincia ad avere una compresenza <strong>di</strong> entrambi, mentre per<br />

i raggi gamma l’aspetto corpuscolare è <strong>net</strong>tamente evidente.<br />

6.1.5 Struttura <strong>del</strong>l’atomo<br />

Un altro fronte su cui la fisica classica era in <strong>di</strong>fficoltà è quello degli spettri<br />

atomici. Secondo la teoria classica, un atomo colpito dalla ra<strong>di</strong>azione elettromag<strong>net</strong>ica<br />

avrebbe dovuto assorbirla e riemetterla alla stessa frequenza<br />

(<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> Rayleigh). Invece gli esperimenti <strong>di</strong>mostravano chiaramente<br />

che gli atomi emettevano ed assorbivano su un insieme ristretto <strong>di</strong> frequenze<br />

ben definite e tipiche <strong>di</strong> ciascun elemento, i cosiddetti spettri atomici. Ad<br />

esempio, nel caso <strong>del</strong>l’atomo <strong>di</strong> idrogeno, si determinò una legge empirica che<br />

riproduceva molto bene le frequenze sperimentali<br />

ν = RH<br />

h<br />

<br />

1 1<br />

−<br />

n2 m2

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