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Dispense del corso di Elementi di Fisica della Materia - Skuola.net

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96 CAPITOLO 5. OTTICA ONDULATORIA<br />

N 2 I0<br />

<br />

lim<br />

x→0<br />

x<br />

sin(x) lim<br />

x→0<br />

2 sin(Nx)<br />

= N<br />

Nx<br />

2 I0(1 · 1) 2 = N 2 I0.<br />

In particolare per N = 2 si ricava il valore <strong>del</strong> massimo <strong>di</strong> intensità <strong>di</strong> due<br />

sorgenti, I = 4I0, come noto.<br />

Il denominatore <strong>del</strong>l’intensità si annulla esclusivamente in corrispondenza<br />

dei massimi principali. Tuttavia esistono dei punti in cui si annulla solo il<br />

numeratore. Essendo l’intensità sempre positiva o al limite nulla, questi punti<br />

corrispondono ai minimi. Avremo<br />

sin Nkδ<br />

2<br />

= 0 ⇒ Nkδ<br />

2<br />

m<br />

= mπ → d sin θ = λ m ∈ Z0.<br />

N<br />

In essi ovviamente l’intensità vale zero. Se vale la con<strong>di</strong>zione m = m ′ N con<br />

m ′ numero naturale, si ritrovano i massimi principali, da escludere. Quin<strong>di</strong> ne<br />

desumiamo che tra due massimi principali vi sono N −1 minimi secondari, le<br />

cui posizioni sono date dalla con<strong>di</strong>zione precedente. Infine, siccome l’intensità<br />

è una funzione non negativa continua <strong>del</strong>lo scostamento θ, tra due minimi vi<br />

sarà <strong>di</strong> nuovo un massimo, e quin<strong>di</strong> tra due massimi principali si troveranno<br />

N − 2 massimi secondari. Si verifica che la posizione <strong>di</strong> tali massimi si ha<br />

quando il numeratore <strong>del</strong>l’intensità vale 1, ossia quando<br />

sin Nkδ<br />

2<br />

= 1 ⇒ Nkδ<br />

2<br />

1<br />

2m + 1<br />

= (2m + )π → d sin θ = λ m ∈ Z0.<br />

2 2N<br />

Ovviamente in tali massimi il denominatore è finito e <strong>di</strong> conseguenza essi<br />

risultano minori dei massimi principali, per la precisione <strong>di</strong> un fattore N 2 .<br />

Nella figura 5.1 si può riscontrare la vali<strong>di</strong>tà <strong>del</strong>le nozioni sin qui apprese<br />

nel caso <strong>di</strong> interferenza <strong>di</strong> 8 sorgenti coerenti.<br />

5.2.4 Diffrazione<br />

La <strong>di</strong>ffrazione è un altro fenomeno tipicamente ondulatorio. Essa consiste<br />

nella capacità <strong>del</strong>le onde <strong>di</strong> deviare la propria <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> propagazione in<br />

presenza <strong>di</strong> ostacoli. Essa si osserva tanto più <strong>net</strong>tamente quanto le <strong>di</strong>mensioni<br />

lineari <strong>del</strong>l’ostacolo sono più vicine all’or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong>la lunghezza d’onda<br />

<strong>del</strong>la ra<strong>di</strong>azione incidente. Le onde deviate successivamente interferiscono a<br />

seguito <strong>del</strong>le <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> cammino prodotte dalla <strong>di</strong>ffrazione. Essa si osserva<br />

sia per pannelli con fori, o viceversa, per piccoli ostacoli opaci. E’ inquadrabile<br />

nell’ambito <strong>del</strong>la teoria <strong>di</strong> Huyghens-Fresnel. In termini <strong>di</strong> intensità,<br />

l’effetto <strong>del</strong>la <strong>di</strong>ffrazione è <strong>di</strong> rendere <strong>di</strong>pendente l’intensità <strong>del</strong>l’onda risultante<br />

dallo scostamento angolare (per la sola interferenza i massimi hanno<br />

invece sempre la stessa intensità). Questo effetto è ben evidente nella figura

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