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Dispense del corso di Elementi di Fisica della Materia - Skuola.net

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88 CAPITOLO 5. OTTICA ONDULATORIA<br />

Tali leggi possono essere ovviamente generalizzate al caso <strong>di</strong> superfici non<br />

piane, considerando punto per punto la normale alla superficie in<strong>di</strong>viduata<br />

secondo le leggi <strong>del</strong>la geometria. Ad esempio per una superficie sferica la<br />

<strong>di</strong>rezione normale coincide punto per punto con quella ra<strong>di</strong>ale.<br />

In particolare, la seconda legge è relativa alla riflessione e vi compaiono<br />

solo gli angoli: essa è un fenomeno in<strong>di</strong>pendente dal tipo <strong>di</strong> onda (ossia dalla<br />

frequenza) e non è <strong>di</strong>spersiva.<br />

Invece la terza legge <strong>di</strong>pende dagli in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> rifrazione, che presentano<br />

<strong>di</strong>spersione, ossia <strong>di</strong>pendenza dalla pulsazione <strong>del</strong>l’onda incidente.<br />

Dispersione <strong>del</strong>la luce<br />

Se un fascio <strong>di</strong> onde non monocromatiche incidono con lo stesso angolo su<br />

una superficie <strong>di</strong> separazione, le onde trasmesse avranno angoli <strong>di</strong> trasmissione<br />

<strong>di</strong>versi a seconda <strong>del</strong>le frequenze <strong>del</strong>le onde componenti il fascio, mentre<br />

quelle riflesse avranno tutte la stessa <strong>di</strong>rezione. E’ proprio questo fenomeno<br />

che permette l’osservazione <strong>del</strong>le componenti <strong>del</strong>la luce bianca nei colori<br />

<strong>del</strong>lo spettro (ossia quelli <strong>del</strong>l’arcobaleno) nei vari fenomeni <strong>di</strong> rifrazione: il<br />

prisma <strong>di</strong> Newton, le goccioline <strong>di</strong> pioggia che formano l’arcobaleno dopo<br />

un acquazzone. Si osserva che la luce bianca si separa in una serie <strong>di</strong> componenti<br />

cromatiche che vanno dal rosso, deviato in misura minore, sino al<br />

violetto, deviato in misura maggiore. Questo siccome in tali con<strong>di</strong>zioni la<br />

<strong>di</strong>spersione è normale, e l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rifrazione (e <strong>di</strong> conseguenza l’angolo con<br />

la normale) cresce con la frequenza, dato che il primo mezzo, in questo caso<br />

l’aria, presenta una <strong>di</strong>spersione trascurabile (n1 1 per ogni frequenza):<br />

sin θi = cost = n2(ω) sin θt.<br />

Riflessione totale<br />

Torniamo alla legge <strong>di</strong> Snell:<br />

sin θi<br />

sin θt<br />

e riscriviamola nel modo seguente<br />

= v1<br />

v2<br />

sin θt = n1<br />

= n2<br />

n1<br />

n2<br />

sin θi.<br />

= n2,1<br />

Se l’onda passa da un mezzo con minore potere rifrattivo a uno con maggiore<br />

(n1 < n2, n1/n2 < 1) , qualunque sia l’angolo <strong>di</strong> incidenza (a meno dei casi<br />

banali θ = 0, π/2 si ha sin θt < 1, ossia θt è sempre definito: si presenta<br />

sempre un’onda trasmessa. Invece, nel caso opposto <strong>di</strong> trasmissione da un

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