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Dispense del corso di Elementi di Fisica della Materia - Skuola.net

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98 CAPITOLO 5. OTTICA ONDULATORIA<br />

5.2, dove si riporta la figura <strong>di</strong> interferenza-<strong>di</strong>ffrazione per 8 sorgenti coerenti<br />

attraverso una serie <strong>di</strong> fen<strong>di</strong>ture aventi <strong>di</strong>stanza tra <strong>di</strong> loro a pari a quella<br />

tra le sorgenti d. Si nota che la <strong>di</strong>ffrazione modula i massimi principali, che<br />

per sola interferenza rimarrebbero sempre costanti.<br />

Nell’ottica tali effetti si osservano con i reticoli <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffrazione. Su un blocco<br />

<strong>di</strong> vetro si incidono, tramite un apposito utensile, sottilissime fen<strong>di</strong>ture<br />

con passo d. Tali fen<strong>di</strong>ture, se esposte alla ra<strong>di</strong>azione, si comportano come<br />

sorgenti coerenti <strong>di</strong> onde provocando <strong>di</strong>ffrazione, ed è quin<strong>di</strong> possibile<br />

osservare la successiva interferenza.<br />

Ricor<strong>di</strong>amo ora la con<strong>di</strong>zione per osservare i massimi principali nell’interferenza,<br />

che, come visto, non <strong>di</strong>pende dal numero <strong>di</strong> sprgenti N: sin θ =<br />

(λ/d)m con m inumero intero relativo. A parte il massimo principale m = 0<br />

che si osserva per qualunque valore <strong>del</strong> rapporto λ/d, il primo massimo si osserverà<br />

invece in corrispondenza <strong>di</strong> m = 1, ossia per sin θ = λ/d, e sarà tanto<br />

più evidente quanto tale rapporto risulterà a metà tra 0 e 1, o, in termini<br />

equivalenti, quando λ è <strong>di</strong> circa un or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza inferiore a d. Difatti,<br />

se d <strong>di</strong>venta troppo più grande <strong>di</strong> λ, gli effetti <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffrazione non saranno più<br />

visibili. Ad esempio, il colore giallo <strong>del</strong>la luce visibile presenta λ = 550 nm<br />

= 5.5 · 10 −7 m, e per osservare interferenza <strong>di</strong>ffrattiva un reticolo con d = 3<br />

µm è sufficiente. Tale passo è il più piccolo che si possa raggiungere con la<br />

tecnologia attuale.<br />

La natura ci fornisce però reticoli <strong>di</strong> passo ancora più piccolo: i cristalli.<br />

All’interno <strong>di</strong> essi gli atomi (o gli ioni, o le molecole), si <strong>di</strong>spongono in modo<br />

or<strong>di</strong>nato nello spazio, secondo il reticolo cristallino. Le <strong>di</strong>stanze tipiche tra<br />

gli atomi all’interno <strong>del</strong> reticolo sono <strong>del</strong>l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 10 −10 m. Se una ra<strong>di</strong>azione<br />

elettromag<strong>net</strong>ica ben collimata colpisce una serie <strong>di</strong> atomi allineati in<br />

tale reticolo, gli elettroni cominceranno ad oscillare ed emetteranno in modo<br />

coerente onde e.m. alla stessa frequenza <strong>del</strong>la ra<strong>di</strong>azione incidente. Essi<br />

si comporteranno quin<strong>di</strong> come una serie <strong>di</strong> sorgenti coerenti e sarà possibile<br />

osservare l’interferenza <strong>di</strong>ffrattiva prodotta da essi. Con la luce naturalmente<br />

non è possibile osservare questi effetti siccome la lunghezza d’onda è <strong>di</strong> gran<br />

lunga superiore alle <strong>di</strong>stanze reticolari. Possiamo però usare la ra<strong>di</strong>azione<br />

elettromag<strong>net</strong>ica che abbia lunghezza d’onda comparabile, ossia <strong>del</strong>l’or<strong>di</strong>ne<br />

<strong>di</strong> 10 −9 m: questi sono i raggi X.<br />

Facciamo quin<strong>di</strong> incidere un fascio <strong>di</strong> raggi X su un cristallo. Supponiamo<br />

per semplicità che esso abbia un reticolo cubico semplice, ossia gli atomi si<br />

trovano in modo regolare ai vertici <strong>di</strong> una cella cubica <strong>di</strong> lato a. Variando<br />

in modo opportuno l’orientamento relativo <strong>del</strong> fascio e <strong>del</strong> cristallo, tale fascio<br />

inciderà con un angolo θ (detto <strong>di</strong> radenza) [allegare qui una figura<br />

come quella <strong>del</strong> Mazzol<strong>di</strong>] e vedrà i vari piani reticolari a <strong>di</strong>stanza d, in<br />

genere minore a quella <strong>del</strong> passo <strong>del</strong> reticolo a, a meno che incida in modo

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