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diametro equivalente a quello del piatto dei respingenti, ma per queimodelli massicci dal diverso colore (rosso e verde, identici nellameccanica) erano più che accettabili; unica nota: la versione verde,usc<strong>it</strong>a come articolo CE 800 nel lontano 1953/54, montava unpantografo a doppio archetto. Anche la Märklin ha, da decenni, avutodei semafori ad ala abbastanza imprecisi, soprattutto nella zona dellelampadine che rendevano la piantana curiosamente rigonfia (foto 002e 003 di M. Palazzo), persino i cavi elettrici erano enormi e malamentemascherati. Anche i segnali luminosi erano enormi, ma raffrontandolicon quelli ad ala sembravano stupendi: confrontate il segnale bassotra il VT 11.5 e una E 41, la “marmotta” art. 7242, usc<strong>it</strong>a come nov<strong>it</strong>ànel lontano 1969, con tutta la gamma produttiva dei segnali 7200 (foto004 di M. Palazzo, colta a Vibaden 2), con una marmotta moderna(foto 005 di Mauro Cozza, scattata a Vibaden 3)! Quando, ricordo,uscirono i semafori <strong>it</strong>aliani a vela della d<strong>it</strong>ta Il Treno, in perfetta scalaH0, molti modellisti erano stup<strong>it</strong>i e sconcertati; moltissimi, mecompreso, pensarono che il bravissimo modellista Benigni (produttoredi segnali e linea aerea FS) avesse sbagliato totalmente le proporzioni:sembravano alle generazioni dei fermodellisti nostrani… semafori inscala N!!foto 004256

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