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si finisce di farlo in un plastico); nella foto 53 si vede la strutturasuperiore della galleria (Noch in parte) e nella 54 i due ingressi quasiaffiancati, ma nella 55 si può anche notare, sulla estrema destra, ildeviatoio che conduce ai binari nascosti in galleria, dove sosta perennementel’ICE Experimental, non più dig<strong>it</strong>alizzabile e realmente funzionantesolo con la linea aerea (vedi anche il § 15).Un’altra tecnica, ben più robusta, è utilizzata sia da Marco Palazzonel suo plastico “storico”, ripreso, durante la prima lavorazione nel2003, nella sua foto 65, sia da Franco Spiniello, sue le foto 66, 67, 68, diun plastico realizzato di recente, con tecnica ibrida, due soli pannelli,studiati per essere trasportati (vedi § 4). Nelle foto 69, si nota benecome il primo tratto delle gallerie sia modellistico, poi, le gallerie siallargano per consentire una qualunque manutenzione manuale e sonoaccessibili dall’esterno, con pannelli removibili ed anche dall’internocon botole strategiche. Nella foto 70 la “roccia” viene lavorata concolori acrilici ed erba che aderisce come edera (vedi anche il § 10) enella foto 71, sempre di F. Spiniello, il risultato finale è notevole! Nellafoto 72, di F. Spiniello, si ricavi quanto detto nelle prime righe diquesto paragrafo: una galleria ha senso solo se non puoi abbattere unacollina o scavarvi una alta trincea! Ambedue queste realizzazioni sonomolto più classiche della mia e soprattutto assolutamente necessarie sesi vuole poi spostare il plastico in un secondo momento (rileggi il § 4).Chiaramente il tema della linea aerea all’interno della galleria è statotrattato diversamente da M. Palazzo, che addir<strong>it</strong>tura non lascia mai leloco senza filo neanche nella zona nascosta; da me, che come potreteleggere e vedere nel § 15, ho ev<strong>it</strong>ato la tiratura della linea aerea intutta la Schattenbahnhof (tranne un primo tratto di inv<strong>it</strong>o per gli archetti,vedi anche la foto 001 nella cartella “Istruzioni per la linea aereaMärklin”) e da Franco e Paola Spiniello che non hanno previsto ilsuo utilizzo nel plastico, realizzato su commissione e chiaramente ambientatonella romantica Baviera del primo Novecento.Per concludere un rapido excursus su altre tecniche per realizzaremontagne, costoni o pareti a picco: qualunque sceglierete ricordatevisempre che quella che per noi sembrerebbe una parete da brivido,fosse alta quanto noi (diciamo tra i 165 e i 195 cm), altri non è che unacollinetta da più o meno 180 m (!) in scala. Nei grandi impianti staticio modulari ambientati su temi paesaggistici svizzeri, spesso, per riprodurreal meglio gallerie che attraversano delle montagne (Alpi!) gli au-70

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