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<strong>Breve</strong> <strong>Storia</strong> <strong>dell'</strong> Automobile italiana 131<br />
Antonio Chribiri entra così nel mercato con una vettura che non sfigurava al<br />
confronto delle altre sul mercato, ma con costi maggiori.-<br />
Il mercato avrebbe subito messo alle corde il nuovo costruttore se questi non<br />
avesse bruciato d’anticipo tutti puntando sulla vettura sportiva leggera, ma di alte<br />
prestazioni lanciando primo fra tutti una 1500 bialbero.<br />
Da questa Grand Prix derivò, sempre precorrendo i tempi, la Tipo “Monza”<br />
che era una vettura Gran Turismo bialbero direttamente derivata dalla Grand Prix.<br />
Le vetture Chiribiri hanno mietuto una lunga serie di successi con la guida di<br />
Tazio Nuvolari, Gigi Olatè, Scales (inglese), Deo ed Ada Chiribiri (figli di Antonio).<br />
Una mensione particolare va fatta per la figlia Ada, che fu la prima donna a<br />
dedicarsi in modo professionale all’automobilismo sportivo; morì a Torino nel 1954.<br />
Ada corse dimostrando, talento, per molti anni.<br />
L<strong>as</strong>ciò il professinismo nel ‘28 quando la fabbrica del padre, presso cui lavorava<br />
come contabile, fu costretta a chiudere.<br />
Non si è mai potuto sapere con certezza se corresse per p<strong>as</strong>sione personale o<br />
Ada Chiribiri, figlia del fondatore della C<strong>as</strong>a,<br />
fu valente pilota della squadra corse Chiribiri<br />
sopratutto in salita. Fu la prima donna italiana<br />
a praticare l' automobilismo da professionista.<br />
Quando non correva era addetta nell'<br />
azienda paterna all' amministrazione. Si ritirò<br />
dalle corse nel 1928 alla chiusura della Fabbrica.<br />
Morì a Torino il 1954<br />
per mero spirito di devozione filiale ed attacamento all’azienda del genitore.<br />
Intervistata più volte durante la sua vita sull’argomento, lei sorrideva amabilmente<br />
e sfuggiva la risposta custodendo un segreto che portò con sè per sempre.