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Breve Storia dell' Automobile italiana 196 Savio autocarrozzeria A cavallo fra la fine dell’ 800 e l’inizio del ‘900 a Torino esisteva una fabbrica molto rinomata di carrozze sia per le modalità costruttive che per l’accuratezza dell’esecuzione, era la Marcello Alessio. Pressso questa industria lavoravano in qualità di apprndisti scocchisti due fratelli, Giuseppe e Antonio Savio. Fu nel 1919 che i due fratelli decisero di mettesi in proprio, ma per costruire scocche di autovetture epresto si affermarono tanto da essere i preferiti dalle industrie automobilistiche dell’epoca. Ottennero grosse commesse dalle carrozzerie dell’epoca quale Torretta e Locati, Taurus, Locati e Viarengo, Diatto. Tanta fu la fama che avvolgeva i fratelli Savio che lo stesso Marcello Alessio, che aveva convertito la sua produzione all’automobile, gli affidò la vestizione di ben 1000 au- totelai Itala. Da lì’ partì la strada Giardiniera in legno su meccanica 508 C dei Savio che presto carrozzarono anche Ceirano utilizzando un innovativo sistema detto “silent Block”. Ormai la fama aveva supertao il momento critico per cui si ritrovano ben presto a vestire Fiat, Alfa Romeo, Lancia, Isotta Fraschini, OM, Chiribiri, Ansaldo. Contemporaneamente i Savio lavorano anche per conto di altrri carrozzieri di nome quali- Ghia, Boneschi, Stabilimenti Farina, Garavini e, come detto, Alessio. All’inizio del 1930 l’azienda si trasferisce dai Su meccanica Ardita una realizzazione per la caccia locali originari di via Tiziano in via Canova. Interessanti realizzazioni sono state fatte su telaio 508 Balilla con il sistema Silent Block ed è da attribuire a loro una brillante serie realizzata su meccanica Fiat 508 C con carrozzeria giardiniera in legno. Una anticipazione di quella che ai giorni nostri è rappresentata dal fuoristrada
Breve Storia dell' Automobile italiana 197 fu la Ardita Box Body funalizzata ad essere utilizzata come vettura per la caccia. Tuttavia forse la più importante, ma senzaltro la più conosciuta, fu la 1100 Fiat Mille Miglia con carrozzeria in allumino che in seguito f prodotta direttamente dalla Fiat. La Savio si specializzò in veicoli industriali come autoambulanze e furgoni. La seconda Guerra Mondiale inflisse la quasi distruzione delle officine ed Antonio si ritirò dall’impresa per cui fu Giuseppe a ricostruire tutto da zero. Alla morte di Giusep- pe Savio l’impresa passa nelle mani del genero Alfredo Caracciolo che traferì l’azienda a Borgo San Pietro nella cintura torinese. Alla ripresa furono presentati modelli come la 508 C quattro porte e la landaulet 1400. Interessante una vettura da città del 1964 su meccanica Fiat 600 D che era munita di portiere scorrevoli. Indubbiamente la più conosciuta per essere ar- Fiat 1100 aereodinamica carrozzata in alluminio in seguito costruita direttamente dalla Fiat La Venilia, una originalissima giardiera convertibile su Fiat 1100 B rivata fino ai nostri tempi fu la Fiat 600 Jungla che vide la luce nel 1965 cui venne sostituita nel 1975 la meccanica con quella della 500. Altre realizzazioni recenti sono la A112 con carrozzeria in resine poliestere e l’ Albarella. Fino a quasi ai nostri giorni la Savio realizzò carrozzerie industriali su Fiat 238 e Fiat 616.
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