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<strong>Breve</strong> <strong>Storia</strong> <strong>dell'</strong> Automobile italiana 173<br />
M<strong>as</strong>erati<br />
A Bologna la mattina del 14 dicembre 1914,<br />
in via de’ Pepoli, tal Alfieri M<strong>as</strong>erati apre per la<br />
prima volta la porta della sua officinetta e dà la<br />
stura ai suoi sogni che certamente, come tutti i<br />
sogni, sono di splendore, notorietà e ricchezza.<br />
Ma quella mattina stava inziando il sogno<br />
che avrebbe dovuto poi portare a traguardi nemmeno<br />
osato immaginare dal signor Alfieri, app<strong>as</strong>sionato,<br />
competente, pilota.<br />
Eppure in quel momento, inconsapevole,<br />
Alfiere M<strong>as</strong>erati<br />
stava dando vita ad un pezzo di <strong>Storia</strong> italiana e<br />
mondiale nel campo delle automobili!<br />
Chi era Alfieri M<strong>as</strong>erati? Figlio di un ferroviere originario di Piacenza che si era<br />
stabilito a Voghera con la moglie dalla quale aveva avuto ben sette figli m<strong>as</strong>chi, il<br />
primo dei quali, si impiegò presso la Isotta Fr<strong>as</strong>chini di Milano. Qui nello stesso<br />
anno chiamò anche il fratello minore Alfieri, così chiamato per volontà dei genitori<br />
che vollero “rimpiazzare” il terzogenito morto in tenera età.<br />
La p<strong>as</strong>sione per le corse lo portaro presto alla Bianchi che lo impegnò in molte<br />
corse all’estero. Già nel 1900 aveva vinto una gara motociclistica con una moto da<br />
lui progettata e costruita.<br />
In seguito fu Direttore generale della Jonior di Milano.<br />
Ma il suo sogno era diventare lui stesso un costruttore di auto da corsa e quella<br />
famosa mattina nei suoi intendimeti era iniziare elaborando autotelai della Isotta Fr<strong>as</strong>chini.<br />
Solo alla fine della prima Guerra Mondiale, Alfieri M<strong>as</strong>erati, coadiuvato dai<br />
fratelli Ettore ed Ernesto, tr<strong>as</strong>ferisce l’officina alla periferia cittadina, rilevando le<br />
Officine del Ponte Vecchio, ove la troica poteva lavorare più comodamente.<br />
Ritroviamo Alfieri M<strong>as</strong>erati nel 1922 che collabora con la Diatto fino al 1924<br />
anno in cui ha realizzato un motore a 8 cilindri, sovralimentato, di 2000 cc di cilindrata.<br />
L’esperienza fu uno zuccherino per cui nel 1926 costruisce in proprio una 8<br />
cilindri sovralimentata di 1500 cc rispondente ai canoni imposti dalla nuova formula<br />
internazionale per i Gran Premi.<br />
La vettura primogenita, che fu denominata Tipo 26, fece il suo esordio in aprile<br />
di quell’anno in Sicilia partecipando alla Targa Florio, guidata dallo stesso Alfieri,<br />
ove si aggiudica il primo posto di categoria ed nono <strong>as</strong>soluto. Nel frattempo anche<br />
Ernesto, ultimo dei fratelli, partecipa a molte competizioni contribuendo a far cono-