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<strong>Breve</strong> <strong>Storia</strong> <strong>dell'</strong> Automobile italiana 85<br />

Ma ormai l’Alfa Romeo poteva permettersi di non tenere più in eccessiva<br />

considerazione l’elemento costo essendosi attestata mondialmente come la vettura<br />

elegante, raffinata tecnicamente, ben curata adatta al turismo veloce (contrariamente<br />

all’orientamento generale che tendeva alle leggere) capace di viaggiare a 150/<br />

165 Km/h ed a divenire uno status symbol per i possessori.<br />

Dopo la st<strong>as</strong>i della seconda Guerra Mondiale vede la luce il modello Freccia<br />

d’Oro.<br />

Ormai la produzione viaggiava sul celebre modello 1750 6c e per chi volesse<br />

una vettura più sofisticata e potente non poteva prescindere dalla 2500 freccia d’oro.<br />

Tuttavia per una Italia che calcava il palcoscenico nelle tristi condizioni di una<br />

guerra perduta, la 2500 era troppo costosa sia da acquistare che da mantenere.<br />

Facendo un p<strong>as</strong>so indietro diremo che già dal 1933 il pacchetto azionario era<br />

p<strong>as</strong>sato nelle mani dell’Istituto per la Ricostruzione Industriale (I.R.I.) quindi in mani<br />

non di persone che si facevano, anche se con giudizio, tr<strong>as</strong>portare dal cuore, ma<br />

persone che avevano una Bibbia che era dipendente dal conto profitti e perdite.<br />

Perciò si ricominciò a pensare ad una vettura nuova a quattro cilindri che competesse<br />

con le concorrenti Fiat 1400 (e non era grande sforzo!) e con la Lancia<br />

Aurelia che continuava a mantere il favore di una enorme m<strong>as</strong>sa di “lancisti” disposti<br />

a comprare tutto “a scatola chiusa” purchè port<strong>as</strong>se lo stemma Lancia!<br />

Il compito che si attribuiva alla nuova macchina non era facile ed il cammino si<br />

presentava irto di <strong>as</strong>perità.<br />

Da considerare che la Fiat 1400 costava relativamente poco, che l’ Aurelia era<br />

un sei cilindri con tutti i confort e l’accuratezza costruttiva della Lancia, quindi la<br />

nuova Alfa Romeo (che sarebbe costata senz’altro qualcosina in più) doveva dare<br />

molto di più per sfondare il mercato.<br />

Questa vettura fu la ...<br />

Alfa Romeo 1900<br />

La nuova nata seppe salvare le sorti dell’Alfa Romeo per inconfondibili prestazioni<br />

più che per le finiture che erano alquanto discutibili.<br />

Fu costruito un nuovo stabilimento.<br />

Dopo la interessante consulenza di Wilfredo Ricart tutti i servizi di progettazione<br />

vengono riuniti sotto la guida dell’ing. Orazio Satta Puliga, proveniente da area<br />

Fiat, ottimo specialista di motori ad altissime prestazioni.<br />

Riprendendo gli schemi della Grand Prix 158 (la famosa Alfetta) salvata fra<br />

mille espedienti dalle requisizioni dello Stato italiano e dai tedeschi, seppe tarne un<br />

motore che era un vero gioiello.<br />

La AR 1900 fu una berlina a quattro porte, cinque posti, con una linea cl<strong>as</strong>sico-moderna,<br />

di una brillantezza eccezionale e con un <strong>as</strong>setto che la rendeva letteral-

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