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<strong>Breve</strong> <strong>Storia</strong> <strong>dell'</strong> Automobile italiana 132<br />

La gestione aziendale era strettamente incombenza dei soci: Chiribiri si occupava<br />

della produzione, Ram<strong>as</strong>sotto capo dei collaudi e Verga progettista. Per un<br />

certo periodo l’ amministrazione fu retta da Vittorio Valletta.<br />

Il 1922 vede la sortita di una nuova vettura in versione Sport e Turismo, il tipo<br />

“Roma”.<br />

Nello stesso anno n<strong>as</strong>ce la più famosa delle vetture Chiribiri con un motore<br />

bialbero i cui primi tre esemplari da corsa esordirono alla Susa-Moncenisio, Aosta-<br />

Gran S.Bernardo ed al Gran Premio Vetturette al nuovo autodromo di Monza.<br />

Le velocità m<strong>as</strong>sime sviluppate dalle due versioni (45 cv e 65 cv) erano del<br />

tutto fuori dalla norma in quel periodo: 120 km/h la prima e 150 km/h la seconda.<br />

Ancora una volta Chiribiri gioca d’anticipo e lancia il motore sovralimentato<br />

sorprendendo tutti e anticipando l’Alfa Romeo 1500 di tre/quattro anni!<br />

Tuttavia niente potè scongiurare la crisi dell’azienda che pativa molto pesantemente<br />

la crisi mondiale del 1927.<br />

Si tentò di costruire locomotori diesel tipo Uberti ed una serie di motori commerciali<br />

su progetto Borrello.<br />

La vettura tipo “Milano” che avrebbe dovuto affiancarsi alla tipo “Monza”, ma<br />

per una clientela meno sofisticata, risollevando così le sorti dell’azienda fallì l’obbiettivo<br />

clamorosamente.<br />

... e la Chiribiri chiuse i battenti.

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