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<strong>Breve</strong> <strong>Storia</strong> <strong>dell'</strong> Automobile italiana 158<br />
mezzo che pilotava, mai per errore di calcolo.<br />
La serie di successi comincia per Lui nel 1923, a soli 17 anni, quando alla<br />
guida di una Fiat 501 vince la Roma-Viterbo e la Civitavecchia-Tolfa.<br />
Inutile tentare di elencare le competizioni e le vittorie. Diciamo solo che partecipò<br />
alle più prestigiose Gare nel Mondo: Mille Miglia. Indianapolis, 24 ore di Spa,<br />
Targa Florio, Giro della<br />
Sicilia, Gran Premio di<br />
Tripoli Gran Premio<br />
d’Italia, Carrera<br />
Messicana che vinse nel<br />
1951. Queste notizie<br />
sono tratte dagli appunti<br />
che prendevo, e da quanto<br />
mi è dato ricordare,<br />
quando, a cena, lui ci narrava delle sue Gesta.<br />
Il secondo bisiluro Tarf 2<br />
Nel 1931 entra nella Scuderia Ferrari che all’epoca si cimentava anche con le<br />
moto.<br />
Proprio a causa di questo (Taruffi si riteneva solo pilota di auto per la Ferrari e<br />
voleva gestire in proprio l’attività motociclistica) i rapporti con Enzo Ferrari si raffreddarono.<br />
Guidò nella sua lunga carriera praticamente tutte le più celebri auto del Mondo:<br />
Fiat, Bugatti, Itala, Alfa Romeo, M<strong>as</strong>erati, Auto Union, ERA, Delage, Cisitalia,<br />
Lancia, Ferrari, Cooper, Oldsmobile, Ford, Vanwall, Mercedes, Corvette.<br />
Con due sue creazioni battè i record di velocità sulla fettuccia di Terracina. I<br />
bolidi che montavano motori Guzzi e Gilera di 300 e 500 cc e M<strong>as</strong>erati da 2000 cc<br />
si chiamavano Tarf 1 e Tarf 2.-<br />
Precorse i tempi facendosi confezionare, nel 1933, dalla Madre e dalla sorella<br />
una imbracatura che lo tenesse fermo alla guida (antesignano delle cinture di sicurezza)<br />
e si fece fare un c<strong>as</strong>co metallico rigido in luogo dei c<strong>as</strong>chetti di stoffa dell’epoca.<br />
Chiuse la sua fulgida carriera con la Mille Miglia del 1957 pilotando una Ferrari<br />
offertagli da Enzo Ferrari con cui vinse la 24/a edizione.<br />
Consegnò così al Mondo la sua immagine di "giovane canuto" tanto da essere<br />
chiamato affettuosamente nell' ambiente sportivo "il corvo bianco" per la sua<br />
capacità di profittare, dopo aver studiato profondamente uomini e macchine, del<br />
pur minimo errore o cedimento della macchina o dello stesso pilota.<br />
P<strong>as</strong>sò alla <strong>Storia</strong> con l'immagine di "pilota ragionato" come nessun altro<br />
fece mai nella storia <strong>dell'</strong>automobilismo sportivo.