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Breve Storia dell' Automobile italiana 139
doppio albero in testa aumentando la potenzza da 40 a 60 HP.
La discesa nelle vendite era ormai inarrestabile per cui la nuova dirigenza del
1927 (Ruotificio Italiano e Aereonautica Macchi di Varese) decidono di puntare su
vetture di alta classe.
Al Salone di Roma viene presentata una 8 cilindri Tipo 22 ed a quello di Gine-
va addirittura una 16 cilindri Tipo 18.
Ambedue le vetture furono aggiornate nel rapporto cilindrata-potenza, e rese
quindi competitive.
ganti.
nomiche.
Le carrozzerie di serie preparate da Scani e Montescani sono sobrie ed ele-
Mancano comunque gli acquirenti per cui la Casa si trova in ristrettezze eco-
Si vociferava un intervento Fiat, che non vi fu.
Intervenne invece la OM, ma che era già in crisi per proprio conto.
In effetti la joint venture avrebbe dovuto solo completare gli autotelai già in
corso di produzione (circa 400) e venderli, ma la clientela non accettava di compra-
re da una struttura che non avesse assistenza sul territorio e chiaramente nata per
recuperare le giacenze.
Due anni dopo la ragione sociale cambia in Ansaldo C.E.V.A, ma le vendite
non arrivano ed alcuni autotelai vengono ritrovati sommersi di polvere nei depositi
nel 1936 quando rileva tutto la Viberti molto attiva nel settore dei veicoli industriali.