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<strong>Breve</strong> <strong>Storia</strong> <strong>dell'</strong> Automobile italiana 205<br />
Nel frattempo il suo conoscente toscano lo fece entrare nel consiglio direttivo<br />
del Camet, il club fiorentino.<br />
Quando nel 1966 il VCCI riuscì a trovare un punto di incontro con il FIAME si<br />
fusero e nacque l’ASI (Automotoclub Storico Italiano) con presidente il dotto Peretti<br />
Colò presidente dell’ ACI di Verona, con sede in via Valverde, e Segretario Generale<br />
ASI il dott. Saro Rolandi.<br />
Dopo il p<strong>as</strong>saggio di Presidenza al conte dott. Giovanni Caproni di Taliedo durante<br />
la quale la sede dell’ASI si tr<strong>as</strong>ferì da Verona a Torino presso il Museo dell’Auto<br />
“Carlo Biscaretti di Ruffia”.<br />
Toccò al comandante Augusto Costantino, Direttore e Fondatore del Centro<br />
Storico Fiat di via Chiabrera 20 a Torino, divenire Presidente ASI e contemporaneamente<br />
la sede dell’Ente fu ancora una volta spostata in via Bruno Buozzi 6, nei locali<br />
della sede del RFI (Registro Fiat Italiano).<br />
Fu proprio il comandante Costantino a far diventare l’Asi “Ente Morale” a tutela<br />
del patrimonio storico dell’automobilismo intaliano.<br />
Nel Consiglio Asi Franz Rodi-Morabito entrò subito quale Delegato Regionale<br />
per la Calabria, ma in effetti per l’intero Sud ed Isole.<br />
Alle successive elezioni dell’ASI, egli viene eletto consigliere e poi nominato dal<br />
Consiglio Federale Vice Presidente nazionale, la quale carica mantenne per due legislature.<br />
Il comandante Costantino gli concede grande fiducia e benevolenza per cui gli<br />
conferisce delega per il centro-sud quale “alter ego” del Presidente Nazionale.<br />
Intanto iniziavano a n<strong>as</strong>cere altri clubs dislocati sul territorio nazionale e Rodi-<br />
Morabito viene invitato a fare da socio fondatore e per tale ragione oggi è fra i<br />
fondatori di una miriade di clubs.<br />
Il 1986 fonda sempre in Calabria un secondo circolo, il Cams, e poi un registro<br />
per le auto “a muso giù” (500 A e B, 508C, 1500 6c).<br />
Per quattro anni è stato presidente nazionale della Commissione Manifestazioni<br />
dell’Asi.<br />
Sfruttando le sue doti di mediatore è stato spessissimo incaricato di intervenire<br />
rendendo possibili molte composizioni di diatribe che altrimenti si sarebbero risolte<br />
con vantaggi solo per alcuni o per alcune zone.<br />
Realizzò la riconferma dell’accordo tra Asi e Federazione Motociclistica Italiana;<br />
spianò il terreno per l’accordo con la Csai; partecipò alla composizione della lite<br />
fra Giulio Dubini e l’Automobil Club di Brescia a proposito della gesione della Mille<br />
Miglia storica; compose una miriade di beghe sorte fra vari clubs come ad esempio<br />
Panormus VCC-Veteran Car Club Etneo ed ASI-Club La Manovella.<br />
Un’altra sua operazione fu quella di far entrare in ASI il Military Car Club<br />
Capitolo Italiano tanto che la Sede centrale americana lo nominò Socio Onorario;<br />
fece inserire, negli anni ‘70, nel nuovo codice della strada, per formulare il quale<br />
fervevano i lavori presso i Ministeri Tr<strong>as</strong>porti e Lavori Pubblici, gli articoli che riconoscevano<br />
ufficialmentele le auto storiche quale “categoria” speciale.<br />
Un uomo, insomma, che dedicò a tempo pieno qu<strong>as</strong>i 40 anni della sua vita all’automobilismo<br />
d’epoca!